Il nome del locale deriva da sa pésta che significa “sale pestato” ed evoca il processo di raffinatura del prezioso ingrediente –monopolio dell’Antica Repubblica di Genova per secoli – che conservato (grosso) nei depositi del porto veniva pestato a mortaio e raffinato (fino) per essere qui venduto al pubblico.
Più tardi anche il pane e il vino furono sottoposti a monopolio e furono anch’essi posti in vendita; quasi naturale, in breve, la trasformazione dell’attività in ristorazione di tipo rapido e popolare.
Nasce così, a inizi Ottocento, una delle osterie e trattorie più affascinanti e “saporite” della città, dove si cucina la farinata, sottile e dorata, che nel XV secolo in latino era detta “scripilita” per il suo tipico scoppiettare nel “testo” – la teglia di rame stagnato ancora in uso – le torte di verdura preparate secondo tradizione con la prescinsêua – cagliata di latte fresco – e cotte lentamente nel forno a legna, ed altre specialità come le acciughe ripiene e i polpettoni di verdura. E alla fine del pasto si beve l’amaro “Camatti” originario di Recco.
Negli anni Cinquanta, quando i vicoli di Genova sono il centro commerciale della città, la trattoria è rilevata da Francesco Benvenuto e oggi sono i figli Antonella, Paolo e Cinzia che continuano la preziosa tradizione di Sa’ Pesta.