
Genova e la sua acqua
Genova, città marinara, fin dall'antichità ha dovuto fronteggiare il problema dell'approvvigionamento idrico. Nella quotidianità si è soliti pensare unicamente ai due torrenti genovesi più celebri, il Polcevera e il Bisagno. In realtà passeggiando per le vie del centro storico, è possibile “camminare” sopra antichi rivi, che scorrono sotto la superficie stradale, ricordati spesso nei nomi delle vie: Carbonara, Sant'Anna, Sant'Ugo e molte altre.
Il percorso si sviluppa dal mare alla collina e raggiunge il punto in cui l'acquedotto storico, proveniente dalla Val Bisagno, si diramava, al fine di portare acqua dolce non solo nelle dimore aristocratiche e ai fonti pubblici, ma anche ai ninfei e agli antichi trogoli.
E’ possibile iniziare il percorso da Via del Molo, dove i cannoni dell'acquedotto (ancora riconoscibili) venivano utilizzati sia dai marinai, per rifornire di acqua potabile le navi, che dalle lavandaie. Si prosegue poi nel centro storico attraverso piazze e piazzette, dove sono stati costruiti o trasferiti bellissimi barchili cinque-secenteschi, che uniscono all’antica funzione di abbeverare gli animali, la bellezza delle sculture in marmo che li adornano.
Passando da Piazza Fontane Marose, sotto la quale si trovava un tempo la cisterna medievale alimentata dal Rio Sant’Anna, è possibile procedere verso Piazza Corvetto attraverso Salita Santa Caterina e ammirare i magnifici ninfei dei palazzi cinquecenteschi della famiglia Spinola, dove l’acqua diventa un elemento decorativo.
Poco lontano il parco pubblico più antico di Genova, Acquasola, che pur avendo tale denominazione ha poco a che fare con l’acqua, che scorre invece impetuosa nella cascata ottocentesca di Villetta Di Negro. Quest’ultimo giardino storico fu costruito su un bastione delle mura cinquecentesche e offre incantevoli scorci panoramici sulla città.
Attraverso un tratto delle vie d’epoca sabauda a monte di Corvetto e lungo antiche creuse, ci si imbatte nella piccola Chiesa Anglicana dello Spirito Santo, la Sinagoga di Genova, mentre poco più in alto trova spazio la Chiesa di San Bartolomeo degli Armeni, celebre per la preziosa icona del “Sacro Mandillo”. Poco oltre, la magnifica villa cinquecentesca del ricchissimo Tobia Pallavicino, nota per le sue Peschiere.
Il percorso termina in Piazza Manin, snodo essenziale per l'arrivo dell'acqua in ogni sestiere della città.

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