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Praglia-Punta Martin

Praglia-Punta Martin

Presentato in collaborazione con il Club Alpino Italiano

Scarica il file “Sicuri in montagna Genova Outdoor” a fondo pagina

Punto di partenza: piani di Praglia

Coordinate per  GPS WGS84: N44.50954° E8.81601°

Con il mezzo privato; posteggio alle coordinate sopra indicate e lungo il chilometro precedente. Indicazioni a ((N44.51662° E8.81790°)

Con il servizio Smart Mobility: servizio Elettra car sharing

Scarica il file “Come usare la smart mobility" a fondo pagina

QUOTA DI PARTENZA : mt. 853 slm

DISLIVELLO Solo andata +238-113 mt.

SVILUPPO A/R: 11km

TEMPO DI PERCORRENZA : 4/5 ore

DIFFICOLTÀ’ : E

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Nota aggiuntiva : Si tratta di un itinerario di montagna piuttosto lungo, per il quale occorre il giusto allenamento ed equipaggiamento. Lungo il percorso è presente una fonte d’acqua stagionale e nessun punto di ristoro. Sul monte Penello, 1km prima di punta Martìn, sono stati recentemente restaurati due caratteristici bivacchi non gestiti.  Occorre inoltre l’adeguato abbigliamento in funzione delle stagioni (freddo intenso, vegetazione invasiva ecc.). L’ultimo tratto prima della vetta può risultare un po’ esposto per chi soffre particolarmente di vertigini.

SEGNAVIA : indicazioni nel testo

Lasciata l’auto si prosegue sull’ampia strada bianca in direzione S-E seguendo il segnavia AVML, si supera una sbarra e si continua in leggera salita fino ad incontrare la fonte d’acqua stagionale (in caso di prolungata siccità potrebbe risultare inattiva) a circa 500 mt dalla partenza (N44.50594° E8.81752°). Il sentiero si segue finché non spiana. Ora il panorama è suggestivo, caratterizzato da prateria d’alta quota e tracce antropiche (passato pastorale dell’area) e pini la cui morfologia è manifestamente influenzata dai fattori climatici dell’area (nanismo, inclinazione dei rami in direzione dei venti dominanti). Sulla nostra destra si possono inoltre scorgere numerose zone umide attorniate dai resti di strutture che testimoniano il recente passato agricolo dell’area. Circa 450 mt dopo la fonte, una traccia sulla nostra destra si stacca e permette di raggiungere la vetta del monte Sejeu (958m, 20 minuti A/R) dal quale si può godere di un panorama a 360° sulle zone dove siamo appena transitati. A sud est  si può osservare la Santuario di nostra signora della Guardia Continuiamo sempre sull’ampia strada bianca in direzione di una evidente stazione meteorologica, che raggiungiamo tralasciando la successiva deviazione a sinistra che conduce, tra l’altro, alla falesia di arrampicata recentemente ripristinata “Rocca Garisello”(N44.49570° E8.82653° 813m). Continuiamo in direzione S-O sempre sull’ampia strada bianca, tra panorami rocciosi e brulle praterie pascolive cinte da steccati e recinti in legno, sino ad incontrare una seconda sbarra. Proseguiamo in salita fino a che il sentiero ritorna a scendere. Da questo punto è possibile vedere i Bivacchi Zucchelli e Bellano e la nostra meta, Punta Martìn. Si continua fino a raggiungere colle Gandolfi, importante crocevia dal quale si può accedere ai sentieri che conducono a nord ovvero imboccare la rete di sentieri che scendono verso il ponente genovese (indicazioni sul posto). Si continua in leggera salita su ampi tornanti, fino ad arrivare sotto alla coppia di bivacchi posti sul monte Penello. Diverse tracce ci consentono di raggiungerli. Una sosta presso queste strutture, gestite dal CAI di Sampierdarena, è vivamente consigliata: oltre a potersi concedere una pausa in un sito accogliente e curato, lo si può fare contemplando un suggestivo panorama che lega il mare ed i monti in un fazzoletto di terra, come solo a Genova si può osservare. Nelle giornate più limpide la vista spazia a 360° dalle Apuane alle Alpi liguri, alla catene alpine del nord Italia. Proseguiamo per tracce verso l’evidente punta Martìn, attraversando i ruderi di antiche postazioni militari e, tramite un sentiero segnato con “rombo rosso vuoto” e “cerchio rosso pieno” ritorniamo sul sentiero principale che da ora non è più un’ampia strada bianca come prima, ma diviene un vero e proprio sentiero lastricato di pietre (occorre piede fermo in certi tratti). Dalla sella che conduce alla salita terminale per punta Martin, possiamo ammirare gli imponenti contrafforti della Baiarda ove, dall’inizio del secolo scorso fino alla metà degli anni ‘70 sono state scritte le più importanti pagine dell’Alpinismo ligure e dove si sono formati alpinisti del calibro di Ganni Calcagno, Euro Montagna e Giulio Gamberoni, solo per citarne alcuni. Sopra i gendarmi ofiolitici fa da sentinella la Cappelletta della Baiarda. Si perviene infine  alla base della piramide terminale di Punta Martin (1001 mt.) la cui croce di vetta si raggiunge per facili roccette.

Arrivati a punta Martin (la pronuncia corretta è Martìn, abbreviazione di Bricco Martìno) dai suoi 1001m di altezza possiamo osservare lo straordinario panorama sulle sottostanti valli, su tutto l’arco alpino ed appenninico e del golfo di Genova. Tutto attorno alla croce di vetta (libro delle firme) sono ubicati numerosi ex-voto e ricordi di persone che hanno amato la Montagna e che su questa vetta hanno voluto essere ricordate per l’eternità. Poco sotto è l’arrivo della celeberrima via d’arrampicata “Cresta Federici”, aperta di genovesi Federici e Picasso nel 1906, un classico per tutti gli alpinisti genovesi. Salvo non si sia utilizzato un sistema di trasporto condiviso, per il rientro occorre ritornare al punto di partenza ove si è lasciato il mezzo privato.

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