La Vedetta di Eugenio Baroni
Presentazione de "LA VEDETTA" di Eugenio Baroni, un dono per i 90 ANNI della Galleria d'Arte Moderna di Genova
Introdurrà Maria Flora Giubilei, Direttore del Museo
Interverrà Caterina Olcese Spingardi, Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Genova e le province di Imperia, La Spezia e Savona
Se Arturo Martini aveva progettato un monumento percorribile e attraversabile dai passanti, per legare, senza soluzione di continuità il passato al presente, Baroni lo aveva invece concepito come un palcoscenico sul quale il Duca d’Aosta si presentava ai pubblico insieme a varie tipologie di soldati - tra i quali un giovane, un veterano, un fante cittadino e uno contadino.
L’ opera, in bronzo e granito, fu inaugurata il 7 luglio 1937, due anni dopo la morte dello scultore, in piazza Castello a Torino, dove ancora oggi lo si può ammirare come grandiosa scenografia sullo sfondo di Palazzo Madama.
Il bronzo oggi donato, intitolato La sentinella del Grappa, è la traduzione, in piccolo formato, della stessa scultura che si trova su un lato del monumento torinese e fu regalato dalla famiglia di Baroni, subito dopo la prematura scomparsa dello scultore, a Mimmo Guelfi (Genova 1905-1988), amico del tarantino e noto incisore genovese legato agli ambienti culturali più significativi del Novecento ligure, alla cui memoria la donazione sarà intitolata nella didascalia dell’opera che verrà allestita in via permanente in Galleria d’Arte Moderna, nella sala a lui già dedicata.
Caterina Olcese Spingardi, storica dell’arte e specialista di scultura del Novecento e ispettrice della Soprintendenza ligure, racconterà al pubblico le vicende della carriera artistica di Eugenio Baroni, ufficializzata dalla vittoria del concorso, nel 1910, per il Monumento ai Mille di Quarto.
Sarà presente la sezione genovese dell’Associazione Nazionale Alpini, eletti “eredi universali” nel testamento dell’alpino Eugenio Baroni.
Voluta in modo particolare da Orlando Grosso, pittore, critico d’arte e direttore dell’Ufficio Belle Arti del Comune di Genova - che assecondò in modo convinto la volontà del regime di offrire a Nervi, confluita nel 1926 nella “Grande Genova” coi più di trenta comuni “satelliti”, un risarcimento culturale in cambio della deprivazione di autonomia politica ed amministrativa - la Galleria d’Arte Moderna, che all’epoca possedeva circa quattrocento opere, aprì i battenti al pubblico il 16 dicembre 1928, assai in ritardo, tuttavia, rispetto al panorama italiano di Gallerie omologhe, con una scelta di dipinti, sculture e disegni che dall’Ottocento giungevano fino a quello scorcio degli anni Venti e che documentavano, attraverso una mirata campagna di acquisti attuata dal 1912 alle più importanti esposizioni locali e nazionali, soprattutto la produzione artistica del territorio.
Nervi doveva essere il “biglietto da visita”, per gli ospiti e le delegazioni straniere più importanti, dell’Amministrazione pubblica genovese grazie alle sue ricchezze naturalistiche, la passeggiata a mare, i parchi di Villa Gropallo e di Villa Saluzzo Aerra acquistati per quasi due milioni e mezzo di lire nel 1927 insieme a tutte gli edifici che vi insistevano. Arte e natura, dunque, in un progetto che avrebbe dovuto arricchirsi anche dell’Acquario, con relativo istituto di biologia marina da costruirsi nella parte inferiore dei parchi di Nervi.
Un brindisi concluderà l’evento.
INFO: tel. 010 3726025
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