Le Mura di Malapaga
All'epoca della sua fondazione la chiesa, che ora vediamo completamente sulla terraferma, sorgeva sui primi prolungamenti artificiali del Molo ed era affacciata direttamente sulla banchina del porto. Sul fianco sinistro della chiesa è murata una lapide con bassorilievo, raffigurante il leone di San Marco: fu strappata alla città di Pola nel 1380, quando i Genovesi la saccheggiarono.
All'interno, tra i vari capolavori è custodito una preziosa statua lignea del Maragliano, ‘Assunta’ (1736) e il gruppo scultoreo di Francesco Schiaffino raffigurante la Vergine con Bambino tra i santi Nazario e Celso
Proseguendo oltre si raggiunge Piazza Cavour. Nel corso dei secoli fervido centro di attività mercantili. Più precisamente, nella vicina Piazza delle Grazie, si teneva in epoca medievale il Mercato delle Erbe. Dietro di essa si estendeva la cosiddetta “Contrada Serpe”, nominata in questo modo da documenti duecenteschi; ne facevano parte Via delle Grazie, vicino alla quale si trova la Chiesa dei SS.Cosma e Damiano (databile al X secolo).
Trovandosi così vicino al mare la Contrada fu uno dei punti più colpiti dal bombardamento francese del 1684 . Appena dietro la suddetta chiesa è situato Vico dietro il Coro di S.Cosimo: qui abitava, negli anni venti dell’Ottocento, la famiglia del patriota Jacopo Ruffini.
In questa zona si trovavano i Magazzini delle Granaglie (importantissime scorte cui si attingeva in caso di carestia) poi sostituiti dai grandi silos costruiti in epoca moderna tra Ponte Parodi e Ponte dei Mille.
Procedendo in zona Cavour, lato Molo Vecchio, incontriamo l’area un tempo occupata dalle già citate prigioni della Malapaga.
Passando dal quartiere del Molo, è inoltre possibile osservare la restante parte delle Mura ed immaginare di scorgere come un tempo il mare all’orizzonte.
In Piazza Cavour ai civ. n. 3 e 4, a fianco dell’attuale caserma della Guardia di Finanza, si notano tre arcate rivolte verso il molo e due verso la piazza che costituivano una duecentesca loggia confinante, un tempo, con il casone delle prigioni della Malapaga.
Al civ. n. 54r è situata una delle edicole votive più note, quella secentesca di San Giovanni Battista. Si tratta di un’edicola in stucco a tempietto con colonne ioniche in marmo. La statua del santo, ricoverata in una profonda nicchia, è protetta da un’elaborata grata in ferro. Ai lati due coccarde con cartigli e scudi abrasi. Alla base l’epigrafe: “Moles Esto / et Mollias / MDCXXXIIII. (“Ergiti scoglio, (diga) e placa il mare (le tempeste”).
Il tabernacolo è collocato sopra la fontana detta dei “Cannoni del Molo”, una cisterna del 1634 che costituiva una delle stazioni terminali della via dell’acqua.
Per scoprire l’aspetto che le Mura di Malapaga avevano in passato, è possibile non solo osservare antiche foto d’epoca, ma concedersi la visione di un vecchio film in bianco e nero, girato poco dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale dal regista francese René Clément, interpretato da celebri attori quali Jean Gabin ed intitolato Le Mura di Malapaga. Il film, vincitore di due premi al Festival di Cannes nel 1949 nonché e dell’Oscar per il miglior film straniero nel 1951, è ambientato proprio nell’area descritta.
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