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Itinerario: Passeggiando tra le logge

Itinerario: Passeggiando tra le logge
Itinerario: Passeggiando tra le loggeLe logge erano spazi privati al piano terra delle abitazioni e aperti sulla strada con una o più arcate sorrette da pilastri o colonne, delimitate quasi sempre nella parte superiore da una cornice di archetti in pietra o laterizio. Potevano essere inserite in case di commercianti e in questo caso erano generalmente a un solo arco in mattoni dove venivano esposte le mercanzie o dove l’artigiano lavorava e incontrava i clienti. Le logge avevano un aspetto più maestoso se adornavano la facciata di un palazzo nobiliare. In questo caso erano in marmo, con colonne adorne di capitelli e stemmi con l’arma del casato.  Servivano come luogo di ritrovo della famiglia, si banchettava all’aperto, si svolgevano transazioni alla presenza di notai, si conversava nel tempo libero. Chiuse a partire dal Cinquecento sono diventate l’atrio interno del palazzo, l’ingresso si è trasformato in portale in pietra nera ricavata dalle cave liguri o in marmo bianco.Diverse per origine e destinazione dai portici di uso pubblico, le logge si affiancavano in molti casi a questi ultimi diventando un percorso coperto che favoriva la vita all’aperto e il recupero di spazi ai lati di strade particolarmente strette dove transitavano anche carri e animali. Le logge private esistevano certamente anche in altre città, ma poche sono rimaste visibili, mentre nel centro storico di Genova sono numerosissime (al momento se ne vedono almeno 150 nei Sestieri della Maddalena e del Molo) e costituiscono una connotazione tipica della città medievale. Erano nascoste sotto strati di intonaco ma molte di esse nei primi decenni del secolo scorso sono state riportate alla luce dall’Ufficio Belle Arti con un paziente lavoro di scrostamento delle facciate e, in alcuni casi, con interventi di parziale recupero. Attualmente sono quasi tutte chiuse e trasformate in esercizi commerciali, uffici, abitazioni e magazzini, ma la loro presenza si coglie dalle tracce sui muri: resti di capitelli, colonne, archi.  Usando la fantasia si può immaginare una grande città con strade dilatate tra pubblico e privato, ricca di scorci aperti su vedute sempre nuove, dove l’occhio poteva spaziare, ben più di oggi, oltre un vicolo nella piazzetta successiva e da lì scorgere già altri percorsi urbani. L’itinerario inizia da Piazza De Ferrari e termina in Piazza San Lorenzo 1 Si scende verso Piazza San Matteo. In Salita di San Matteo sulla sinistra è visibile la loggia di palazzo Forcheri che nel  XIV secolo faceva parte della contrada dei Doria. Si presenta come un portico angolare con un arco sulla strada e tre sul cortile adiacente, la volta è a crociera. Gli archi ogivali in mattoni sono stati parzialmente ricostruiti e intonacati. Le colonne sono in marmo e recano lo stemma dei Doria sul capitello. Il pilastro d’angolo è a strisce bianche e nere. La loggia, prima murata, è stata riportata alla luce nel 1910. 2 Piazza San Matteo, le cui origini risalgono al XII secolo, si presenta come il tipico spazio urbano centrale di una contrada nobiliare, in questo caso dei Doria, con la chiesa privata e alcuni dei palazzi appartenenti a membri della famiglia. La piazza in epoca medievale doveva essere completamente circondata da logge, già chiuse in epoca tardo rinascimentale e oggi solo in parte visibili. Sulla sinistra della chiesa, loggia inserita nel palazzo Brancaleone Doria che presenta  lungo Vico Doria quattro archi ogivali in laterizio su pilastri ottagoni in pietra, sulla piazza una grande arcata ogivale a strisce bianche e nere con contrarco in pietra ed estradosso a motivo bicromo. L’arco contiguo ha attualmente funzioni di passaggio verso il retrostante chiostro della chiesa. La loggia è tuttora murata con varie aperture. La cornice ad archetti è interrotta dalle balaustre rinascimentali, i capitelli erano stati scalpellati all’epoca della chiusura per consentire il rivestimento a intonaco, pratica molto diffusa, purtroppo riscontrabile nella maggior parte delle logge. L’edicola votiva in marmo era stata inserita nel Seicento a seguito dell’intensificarsi del culto della Madonna, venerata come ‘Regina di Genova’.      3 Loggia di palazzo Domenicaccio Doria. Si compone di tre archi ogivali che si affacciano sulla piazza, altre due arcate sono visibili su Via D. Chiossone. Gli archi sono sorretti da pilastri ottagoni bianche e neri con capitelli a foglie. I contrarchi sono in marmo bianco con motivo ornamentale. Anche in questo caso la loggia già murata in epoca rinascimentale presenta varie aperture, l’arco centrale incornicia il portale che dà accesso all’edificio.  4 Loggia di palazzo Lamba Doria. Si compone di quattro archi ogivali a conci bianchi e neri, sorretti da tre pilastri ottagoni con capitelli in marmo a foglie e motivi zoomorfi, è aperta ai lati e ha il soffitto a crociera. Il palazzo fu parzialmente distrutto da un incendio nel 1942. Durante il suo restauro nel dopoguerra , la loggia, murata dal Rinascimento, è stata riaperta. E’ visibile sulla sinistra quella che in epoca medievale era la scala di accesso all’abitazione. Il palazzo loggiato è un esempio suggestivo di come si presentava una dimora nobiliare nel medioevo.   5 La loggia è inserita in un palazzo dei Doria completamente modificato nel XVI secolo in base ai canoni rinascimentali, accorpando più edifici medievali prima separati e unificando i prospetti con un paramento in bugnato. In facciata era stato inserito un portale in marmo che dà accesso all’atrio e lateralmente rimane visibile la loggia composta di tre archi a tutto sesto con pilastro d’angolo in pietra. Le sommità degli archi sono interrotte dall’inserimento di finestre.  6 La loggia, ad angolo, è inserita nel palazzo Andrea Doria e si affaccia su Vico degli Indoratori, seguendo l’andamento in pendenza della via. Si compone di sette archi ogivali in mattoni, sorretti da pilastrini squadrati in pietra. Il pilastro angolare è molto più massiccio degli altri e contiene un’edicola votiva seicentesca. L’altezza delle arcate aveva consentito già in epoca medievale l’inserimento di un soppalco ligneo, sorretto da travi poggianti su mensole collocate a tre quarti di altezza dei pilastri. Scrostata a cura dell’Ufficio belle Arti, è stata riaperta dopo la seconda guerra mondiale in occasione di restauri all’intero edificio.7  Proseguendo per Vico degli Indoratori sono visibili due archi a tutto sesto con paramento a strisce bianche e nere. In epoca rinascimentale venne chiusa con l’inserimento di un portale in marmo che reca lo stemma della famiglia Imperiale. 8 Di fronte, loggia d’angolo inserita in un edificio del XIII secolo che all’inizio del Quattrocento apparteneva alla famiglia dei Camilla. Sono visibili due archi a sesto ribassato. Considerate le modeste dimensioni, è presumibile che si trattasse di un accesso a un magazzino retrostante.9  La loggia era situata tra due contrade nobiliari, quella dei Camilla e quella dei Lercari. E’ collocata su un incrocio di vicoli, già presente nel XII secolo, con aperture a loggia su tutti i punti di confluenza, una conformazione urbana tipica anche di altri crocevia cittadini, che doveva consentire maggiore spazio e luce in un tessuto viario estremamente angusto. L’iscrizione sulla pietra nera ricorda che la loggia era condivisa tra le due famiglie. Si compone di due archi ogivali retti da una colonna monolitica in marmo di origine romana, con capitello medievale a foglie. Sono ben visibili il contrarco ornato da una cordonatura ottagonale in marmo e l’estradosso a motivo bicromo. Lateralmente la loggia doveva presentarsi murata già in origine, con l’apertura di una finestra.10 la loggia, situata sul crocevia, è inserita in un edificio del XII-XIII secolo che faceva parte della contrada dei Lercari. Originariamente ad angolo, si compone di due archi ogivali bianchi e neri, cordonati in marmo e retti da una colonna romana in granito. Il capitello è in marmo bianco con ornamento a foglie. Come la maggior parte delle logge che presentano una sufficiente altezza, è stata soppalcata già in tempi remoti. Un arco è interrotto dall’inserimento di una finestra.11 Collocata di fronte alle precedenti, in epoca medievale faceva parte della contrada dei Camilla. Si sviluppa lungo tutto il prospetto del palazzo verso Vico degli Scudai. La loggia si compone di due archi ogivali in pietra con contrarco e paramento a fasce bianche e nere. È stata riportata parzialmente alla luce la colonna di sostegno con il relativo capitello. Si apriva ai lati con archi di cui rimane visibile quello che si affaccia su Vico Indoratori, chiuso già in epoca medievale con l’inserimento di un portale in pietra. Queste tre logge, anche se murate, creano un forte impatto visivo, per la coerenza compositiva e l’uso raffinato dei materiali, su un crocevia di Genova antica poco osservato dai passanti.12 Allo sbocco di Via Conservatori del Mare si apre l’antica piazzetta della contrada dei Lercari risalente al XII-XIII secolo. Sulla destra la loggia di palazzo Valdettaro Fieschi, dimora natale della santa genovese Caterina Fieschi Adorno, si compone di tre archi ogivali in pietra sorretti da pilastri e da una colonna monolitica in marmo con capitello fogliato. Anche in questo caso è presente un piano ammezzato nell’altezza dei locali. Gli archi sono interrotti dall’inserimento di finestre. La loggia sul lato settentrionale si affaccia su un’intersezione di vicoli, anch’essa caratterizzata dalla presenza di aperture porticate agli angoli.13 La loggia, ad angolo, è situata di fronte alla precedente. Per buona parte intonacata, restano visibili due archi ogivali in pietra. 14  Dalla parte opposta si affaccia la loggia inserita nel palazzo Spinola-Lercari, composta da due archi ogivali in pietra bicroma sorretti al centro da un pilastro con capitello scalpellato. Era stata murata già nel XVI secolo con blocchi di pietra; attualmente si presenta parzialmente intonacata.15 La loggia è composta di quattro archi in pietra a tutto sesto retti da pilastri ottagoni in pietra. E’ visibile un capitello cubico con lunetta rovesciata. Si presenta in parte murata e in parte vetrata. Due archi sono interrotti da finestre. L’edificio è stato restaurato recentemente.16 La loggia è inserita in un edificio risalente al XIII secolo facente parte della contrada della famiglia Malocello di San Pietro. Il palazzo ha subito dopo la seconda guerra mondiale vari interventi di ristrutturazione e al giorno d’oggi non presenta più tracce del suo passato. La loggia, aperta su tre lati con volte a crociera, si compone di quattro archi ogivali in pietra sorretti ai lati da due pilastri angolari in blocchi di pietra squadrati. I due archi frontali sono retti al centro da una colonna monolitica in marmo con capitello decorato, un’altra colonna, addossata al muro dell’edificio, è di granito con capitello a foglie. Murata da tempo, era stata aperta e restaurata nel secolo scorso, altri lavori di manutenzione sono terminati in data recente. 17 La loggia è inserita in un palazzo risalente al XII-XIII secolo facente parte della contrada della famiglia De Marini. L’edificio, conosciuto come palazzo Carmandino, era situato in posizione strategica, vicino all’antica Porta di San Pietro e con affaccio su Piazza Banchi, nel medioevo importante mercato e massimo centro finanziario della città. Si presenta come un portico angolare. Gli archi sono in pietra a tutto sesto. Resta ben visibile il pilastro angolare su cui era stata inserita nel Seicento un’edicola votiva. Il palazzo è stato oggetto di scrostamenti e di lavori di ripristino delle facciate medievali negli anni Trenta del secolo scorso.   18  Varcata la Porta di San Pietro si entra in Piazza Cinque Lampadi, una delle più suggestive e meglio conservate di Genova medievale. Fino all’ampliamento della cinta muraria del 1155, la piazzetta era situata lungo le antiche mura e la Porta costituiva l’apertura verso i territori di levante. Originariamente tutti i palazzi che la circondano erano loggiati. L’edificio centrale, attualmente conosciuto come palazzo Cicala Raggio era la residenza principale della famiglia de Marini e aveva subito variazioni e inserimenti già a partire dal Cinquecento. Lo stemma della famiglia de Marini è ancora visibile su un pilastro della Porta, ai lati del simbolo dell’Agnus Dei, molto frequente in epoca medievale. La loggia si compone di due arcate a tutto sesto, con contrarco, che poggiano su un pilastro ottagono centrale di pietra con capitello a foglie parzialmente scalpellato. Lateralmente era chiusa con l’inserimento di una bifora. Sul pilastro d’angolo grifone portalampada, simbolo di Genova, in ferro battuto. La loggia murata e intonacata è stata riportata alla luce negli anni Sessanta.19 A destra della loggia precedente, in Vico Cinque Lampadi sono visibili i resti di archi che probabilmente servivano da accesso a fondaci (magazzini). A fianco un dipinto della Madonna coperto da una grata in ferro a graticcio per proteggere gli ex voto in materiale prezioso che venivano posti accanto all’immagine; vicino, inserita nel muro, una nicchia di marmo per le elemosine.    20  Sul lato di Vico delle Scuole Pie, due logge contigue. La prima, adiacente alla Porta di San Pietro, è composta da un arco in pietra a sesto ribassato, la seconda è formata da due archi ogivali in pietra, al centro un pilastro ottagono in pietra con capitello abraso. Le lastre di pietra inserite nei muri facevano parte del materiale decorativo un tempo dentro alle logge, in alcuni casi poteva trattarsi di sovrapporta21 Risalendo Vico delle Scuole Pie si arriva in Piazza delle Scuole Pie, anticamente fulcro della contrada della famiglia Cicala. L’archivolto di accesso alla Piazza è parte di una loggia inserita in un edificio del XIII secolo, oggi conosciuto come palazzo Lasagna, rimaneggiato in epoca rinascimentale. La loggia, con volta a crociera, si compone di due archi a tutto sesto retti originariamente da una colonna romana di reimpiego, con capitello in stile corinzio. La seconda colonna è stata aggiunta nel Seicento per reggere un sottarco di rinforzo all’arco primitivo, in corrispondenza del passaggio sottostante che era stato ampliato . Esistono nel Centro storico anche altri esempi di logge con un arco utilizzato come via di transito tra la zona antistante e quella retrostante il palazzo. Guardando i palazzi che si affacciano sulla piazza si vedono i resti di altre logge. Il palazzo principale, con la relativa loggia, era situato dove adesso vi è la chiesa settecentesca. 22 Procedendo verso Piazza San Lorenzo, sulla sinistra è visibile una loggia ad angolo con pilastri in pietra quadrangolari a spigoli smussati, due archi si affacciano su Vico del Filo e due su Piazza San Lorenzo. La loggia, che oggi si presenta murata e intonacata, è inserita in edifici che appartenevano in epoca medievale alla famiglia Fieschi. Nel Cinquecento erano di proprietà del cardinale Giovan Battista Cicala che li accorpò in un palazzo unitario di stile rinascimentale. Ulteriori rifacimenti vennero realizzati nel Settecento. 23 Giunti sulla piazza, facendo una breve deviazione verso Via di Scurreria, è visibile sulla destra all’incrocio con via T. Reggio una loggia inserita in un edificio che in epoca medievale era di proprietà della famiglia de Negri di San Lorenzo. E’ composta da due archi ogivali in pietra, non sono più evidenti i pilastri nascosti sotto la muratura. 24 Di fronte, loggia ad angolo con Via di Scurreria la Vecchia, con archi in pietra a tutto sesto sorretti da colonne in marmo con capitelli a foglie. Gli archi sono interrotti dall’intrusione di finestre. Per il suo aspetto monumentale e la sua vicinanza al duomo cittadino, punto focale del Comune alle sue origini, è stata avanzata l’ipotesi che in questo palazzo nel corso del Duecento si tenessero le riunioni degli organi di governo.25 Adiacente, in Via di Scurreria la Vecchia, loggia composta da tre archi fortemente verticalizzati su colonne monolitiche in marmo con capitelli a foglie. Il palazzo subì rimaneggiamenti in epoca rinascimentale e la loggia venne chiusa con l’inserimento di un portale in marmo. Passando sotto l’archivolto di San Giovanni si ritorna in Piazza San Lorenzo.   Bibliografia:Leandri Gaia. Logge medievali a Genova: Un percorso storico nell’architettura dei secoli XII-XVI. Independently published, 2019.
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