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L'Istituto Mazziniano compie 90 anni

Sacrario di Giuseppe Mazzini - 1934

Domani, sabato 22 giugno, sarà il 90° anniversario della fondazione dell’Istituto Mazziniano la cui sede è da sempre nel quattrocentesco Palazzo Adorno di via Lomellini 11, casa dove Giuseppe Mazzini nacque nello stesso giorno del 1805 e dove trascorse i primi anni di vita.

Quando il 10 marzo 1872 Mazzini morì, trovando sepoltura nel cimitero monumentale di Staglieno, il Circolo Giuseppe Mazzini e la Confederazione Operaia organizzarono una sottoscrizione per acquistare tre piccole stanze dell'appartamento da lui abitato fra cui anche quella in cui si riteneva fosse nato allestendovi un sacrario adornato con cimeli e documenti. La struttura venne poi donata, pochi anni dopo, al Comune di Genova che ne garantì l'apertura al pubblico. Nell’ottobre del 1925 l’intero edificio fu dichiarato Monumento Nazionale e sgomberato dagli appartamenti e dalle attività che nel corso degli anni vi si erano insediate (una tipografia, un pastificio e una casa di appuntamenti).

All’inaugurazione del 1934 intervenne anche Giovanni Gentile, ministro della Pubblica Istruzione e cofondatore dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana. Da allora l’Istituto Mazziniano comprende l'appartamento della famiglia Mazzini con il sacrario dedicato a Giuseppe, il Museo del Risorgimento traslato da Palazzo Bianco (dove era stato aperto il 5 maggio 1915), la biblioteca e l'archivio, cui nel tempo si è aggiunto l'Archivio del Museo delle Guerre. Nel 2005 o stabile è stato oggetto di un profondo restauro e riaperto in coincidenza con il bicentenario della nascita del grande pensatore.

Oggi il polo museale dell’Istituto Mazziniano – Museo del Risorgimento rappresenta un autentico fiore all’occhiello dell’offerta culturale di Genova “Città dell’Inno Nazionale”. Un unicum dedicato agli eventi e ad alcune figure di spicco di quel periodo della storia d’Italia. A descriverne i tesori è il conservatore Massimo Angelini: «I 25.000 fascicoli conservati nell’Archivio Mazziniano, tra i quali documenti di assoluto valore come l’originale del Canto degli Italiani di Goffredo Mameli, la sezione dedicata a Giuseppe Garibaldi, l’Atto di resa dell’esercito tedesco firmato il 25 aprile 1945 a Villa Migone e il falso autografo attribuito a Balilla; i 40.000 volumi della Biblioteca Mazziniana, le collezioni di cimeli, dipinti, manifesti, stampe, bandiere, armi del Museo del Risorgimento, novant’anni di iniziative, manifestazioni, pubblicazioni, visite, mostre all’insegna della memoria e della cultura formano un patrimonio unico, insostituibile per conoscere le vicende del Risorgimento nazionale, del movimento mazziniano e repubblicano, più in generale la storia della Città tra la cacciata delle truppe austriache nel 1746 e la proclamazione della Repubblica Italiana nel 1946: due secoli in cerca di libertà e speranza mai spenta di democrazia».

 

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