La Nazionale e gli emigranti, molto più di una semplice partita di calcio
Il filmato della tournée Genoa in Argentina e Uruguay del 1923, un documento unico rinvenuto lo scorso anno e restaurato con il contributo di Fondazione Genoa, MEI Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana, Fondazione Home Movies – Archivio Nazionale del Film di Famiglia, è visibile al pubblico fino a domenica 14 luglio, all’interno dell’M9 Museo del ‘900 di Mestre dove è in corso la mostra “Passione pallone. Tra storia ed Europei 2024”.
In occasione di Euro 2024, infatti presso il foyer del Museo viene effettuata una proiezione di foto che raccontano la storia del calcio a Venezia e Mestre dagli albori agli anni Cinquanta. Oltre alle foto viene appunto proiettata la pellicola della trasferta del 1923 in Uruguay e Argentina del Genoa Cricket and Football Club, la prima società calcistica in Italia.
Basta vedere l’entusiasmo delle migliaia di tifosi emigrati in quelle terre in cerca di fortuna, per capire quanto significhi una partita di calcio in alcuni contesti. Ci sono stati momenti nei quali la questione delle partite della nazionale, in particolare nei paesi a grande emigrazione italiana, hanno avuto un’importanza ancora più particolare.
Si ricorda la famosa “nazionale dei camerieri”, come titolarono i giornali inglesi prima della partita Inghilterra -Italia nel 1973, con la vittoria degli azzurri con goal di Fabio Capello a pochi minuti dalla fine. “Sì, ancora oggi incontro qualcuno che mi ricorda la felicità che provò nell’assistere a quel gol. Non solo alla televisione – spiegava Fabio Capello ex calciatore e allenatore di calcio italiano – quella sera allo stadio c’erano moltissimi italiani che lavoravano a Londra. Anche per me il gol di Wembley ha un significato particolare per la gioia di aver reso felici in quel momento molte persone. I giornali inglesi avevano dato un gran risalto al match. C’era più di un motivo per loro per considerare quella partita molto più che un’amichevole…”
Una dichiarazione che unita all’esultanza di Capello dopo il goal ben spiega il significato di quelle partite. Un concetto determinante sottolineato anche dal Mister Spalletti, che ad ottobre scorso dichiarava: "Ci sono tutte cose che si dicono e i fogli che si scrivono, ma soprattutto fare capire che la felicità di ogni essere umano non è quella che vivi per te, ma quella che dai alle persone alle quali vuoi bene e che ti vogliono bene. Felicità non è girare per Coverciano come un ebete con le cuffiette della musica nelle orecchie. La felicità è fare la felicità di chi è andato all’estero a lavorare perché non riusciva a tirare avanti fino alla fine del mese e adesso due ore prima della partita si mettono davanti alla tivù ad aspettare la Nazionale e la squadra li fa sentire più contenti”.
Anche per questo motivo l’M9 Museo del ‘900 di Mestre e il MEI Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana di Genova hanno unito le forze non solo per trasmettere le partite dell’europeo ma per diffondere un documento unico al mondo.
Paolo Masini Presidente MEI e Serena Bertolucci Direttrice M9 dichiarano: “Musei come Mei ed m9 raccolgono e condividono in modo estremamente moderno patrimoni culturali immateriali antichi, formativi dell’uomo stesso: tra questi i sogni, le passioni, i desideri costituiscono parte importante. Essi sono tutti elementi costituivi del cambiamento, della formazione e della crescita. Trovare linguaggi condivisi per renderli accessibili e’ la nostra sfida quotidiana. Lo sport è, senza dubbio, uno di questi linguaggi”.