Ombre del Sol Levante. Vetrine vuote, vicoli sprofondati nella neve,  silos abbandonati, edifici fatiscenti,  palazzine sghembe e sottili che sembrano lanciare una sfida alle leggi della fisica occidentale.  Un mondo silenzioso e appartato, lontano da quelle immagini un po' stereotipate di tecnologia avanzata e tradizione ancestrale del Giappone contemporaneo, ma espressione di una modernità già desueta che forse abita proprio negli interstizi tra le une e le altre.    Disertato da ogni presenza umana a eccezione che per le tracce che segnalano la sua assenza e il senso di nostalgia che ne evocano. Come un manichino solitario, le orme sulla sabbia di una spiaggia,  un monopattino abbandonato in un angolo… Scorci  che sembrano uscire, negli scatti di Katsuhito Nakazato e nelle parole dello stesso autore, dai paesaggi urbani metafisici dei quadri di De Chirico,  cui il fotografo nipponico dedica il suo libro De Chirico's Shadow. Visioni oniriche del quartiere che risponde all'antico nome di Tokei, periferia di Tokyo miracolosamente scampata alle distruzioni della Seconda guerra mondiale e alle speculazioni della ricostruzioni del dopoguerra. Un paesaggio illuminato da una luce crepuscolare che non ti aspetti in un Paese che ha eletto lo sfolgorio del sole nascente dalle acque a icona e brand globali,  tanto da effigiarlo nella bandiera nazionale.

E’ il nuovo progetto fotografico proposto dal Museo Chiossone, dal titolo "Light and Darkness" (Light and Darkness | Visitgenoa),  curato dalla responsabile del Museo Chiossone Aurora Canepari e dalla storica dell'arte giapponese Miki Shimokawa, nell’allestimento di una mostra congiunta  delle opere fotografiche dell’artista giapponese e quelle dell’italiano Andrea Lippi che si articola in due sezioni, rispettivamente, alla Galleria d'Arte Moderna di Genova Nervi (GAM) e al Museo d’Arte Orientale Edoardo Chiossone. 

L’esposizione mette così a confronto due punti di vista  diversi sulla relazione tra luce e oscurità negli ambienti naturali e urbani del Giappone, due sguardi divergenti e complementari che utilizzano l'obiettivo fotografico per evocare quell’essenziale che rimane invisibile agli occhi.