CILE, 50 ANNI DOPO IL GOLPE DELL'11 SETTEMBRE 1973
CILE, 50 ANNI DOPO IL GOLPE DELL'11 SETTEMBRE 1973
Tre giorni di incontri, musica, cinema, mostre. L'11 settembre 1973 un colpo di stato dell’esercito ma promosso dall’oligarchia economica e appoggiato dagli Stati Uniti mette fine all'esperienza politica di Unidad Populare e alla speranza di costruire un “socialismo cileno” non autoritario e nell’ambito della legalità costituzionale. Il bombardamento della Moneda e il suicidio del Presidente Salvador Allende ebbero in tutto il mondo un impatto formidabile. La “lezione cilena” divenne centrale nella discussione della sinistra italiana ed europea e segnò, prima della caduta del muro di Berlino del 1989, un’intera generazione politica. L’Italia e Genova furono in prima fila nell’esprimere la massima solidarietà al popolo cileno e accolsero centinaia di esuli politici.
Il Cile, a partire dai giorni immediatamente successivi al golpe, divenne, per quasi venti anni, un’immensa prigione con decine di migliaia di persone incarcerate, torturate, fatte scomparire e uccise. Allo stesso tempo le riforme economico-sociali realizzate dal governo di Unidad Popular furono azzerate dal “regimen militar” e da una feroce privatizzazione neoliberista che anticipò molte delle dinamiche della globalizzazione economica. A distanza di mezzo secolo, queste tre giornate per riflettere su quell’evento non saranno soltanto ricostruirne la memoria, ma anche discutere dell’oggi, del mutamento sociale e culturale, della crisi delle democrazie e del loro futuro.
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