Le immagini dell'emigrazione
Che cosa ci raccontano le immagini dell’emigrazione? E’ la domanda a cui si proverà a rispondere venerdì 14 ottobre, quando, alle ore 17 nella sala Punto d’Incontro COOP di Via Merano a Sestri Ponente a Genova, si terrà un incontro per raccontare alcune sezioni della collezione permanente dedicate alla fotografia ed emigrazione presenti al MEI – Museo Nazionale dell’Emigrazione Nazionale con Uliano Lucas noto fotoreporter e Silvio Brignolo, figlio di Gino Brignolo, ex partigiano e videoamatore torinese.
A parlarne con loro, Dario Basile, giornalista e professore all’Università di Torino, Pierangelo Campodonico, Direttore Istituzione Mu.MA e, a moderare il dibattito, il giornalista Andrea Castanini.
Saranno inoltre presenti Tiziana Cattani, Direttrice Soci e Consumatori Coop Liguria e Paola Leoni, Archivio Leoni – Mu.MA.
Smarginando è il Festival che la Fondazione Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana ha ideato per promuovere e accompagnare l’apertura del nuovo Museo. Un museo è vitale tanto più quanto si radica nella sua e in altre città. Il Museo che è stato inaugurato la scorsa primavera a Genova, alla Commenda di San Giovanni di Pré, grazie al Festival il MEI, va oltre i propri confini, cercando di tracciare, attraverso approfondimenti tematici, una mappa di emozioni. Un itinerario nei diversi luoghi dell'emigrazione italiana, piccoli Comuni e comunità che attorno al tema della memoria e del ricordo, hanno costruito un racconto popolare, storico, sociale, culturale.
Smarginando, andando oltre quelli che sono i margini per raccontare di storia e storie, oltre i limiti del definito, costruendo una geografia emozionale che restituisca la storia dell'emigrazione partendo da diversi luoghi e spazi e utilizzando diversi linguaggi: arte, cinema, fotografia, storia, letteratura, saggistica, teatro, musica e sport.
Sebbene la grande migrazione interna in Italia, tra gli anni Cinquanta e Settanta del Novecento, compendi in sé alcune delle più importanti trasformazioni della società, non furono molte le indagini sociali condotte e pubblicate negli anni dell’apice del fenomeno e ancora molto rimane da scrivere. Il compito di raccontare le vicende dei «terroni in città» - come recitava il titolo provocatorio del libro di Francesco Compagna - venne prevalentemente lasciato ai quotidiani, alla televisione e al cinema. È un materiale vasto e interessante che non è stato ancora studiato con attenzione e che può aggiungere importanti dettagli alla storia di quegli anni. È un racconto parallelo, una sorta di controcanto, come i fotoreportage di Uliano Lucas e i filmati del cineamatore Gino Brignolo conservati al MEI.
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