Assedio all'Occidente - presentazione del libro di Maurizio Molinari
Lunedì 20 alle 17.45, presso la Sala del Minor Consiglio di Palazzo Ducale, si terrà la presentazione del libro Assedio all'Occidente, di Maurizio Molinari. Sono inoltre previsi interventi di GIovanni Toti, Andrea Orlando e Luca Ubaldeschi.
Maurizio Molinari, scrittore estremamente prolifico, è direttore del quotidiano La Stampa. Dopo aver studiato ad Oxford e all’Università Ebraica di Gerusalemme, si laurea in Scienze politiche e in Storia all’Università La Sapienza di Roma. È corrispondente estero per La Stampa, prima da New York, poi da Bruxelles e Gerusalemme. Inviato in Medio Oriente, Africa e Turchia, ha intervistato alcuni dei personaggi più influenti dell’epoca contemporanea, da George W. Bush a Muammar Gheddafi, da Madeleine Albright a Hugo Chavez.
Assedio all'Occidente affronta alcuni dei più importanti temi della contemporaneità. La seconda guerra fredda vede dittature e regimi assediare i paesi democratici: l’epicentro dello scontro è l’Europa, le armi preferite sono ingerenze politiche e ricatti strategici, i duelli più duri avvengono nel cyberspazio, e l’Italia è uno dei più vivaci campi di battaglia. Neanche il Papa è indenne da quanto sta avvenendo. La Russia di Putin e la Cina di Xi vogliono trasformare l’Europa in un terreno di conquiste, politiche ed economiche, al fine di far implodere NATO e UE, allontanando quanto più possibile gli Stati Uniti dai loro alleati. Gli interventi russi in Georgia e Crimea, le imponenti infrastrutture cinesi a cavallo dell’Eurasia, il mosaico di sovranisti e populisti sul Vecchio Continente descrivono i contorni della sfida più temibile e pericolosa che le democrazie si trovano ad affrontare dalla caduta del Muro di Berlino, avvenuta esattamente trent’anni fa. Sulle rovine della globalizzazione, la seconda guerra fredda ha colto di sorpresa l’Occidente: è radicalmente diversa dalla prima perché gli attori principali non sono più due ma molteplici, le armi più temibili non sono più nucleari ma digitali e gli scontri ad alto rischio non sono frontali bensì asimmetrici. Ma in palio c’è, oggi come allora, la sopravvivenza delle democrazie chiamate a reagire non solo dotandosi di nuovi sistemi di sicurezza contro gli avversari e di alleanze più flessibili, ma soprattutto di un arsenale di diritti capace di restituire vitalità ed energia al legame fra i loro cittadini e le istituzioni dell’Occidente.
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