Aperta nel 1927, come recita la licenza rilasciata al farmacista Carlo Fissore dal Podestà di Genova con “licenza di esercizio pel commercio di articoli farmaceutici”, al posto forse di un cafè -chantant, la farmacia è proprietà dei Sormani dal 1943. Oggi il dottor Francesco, coadiuvato dalla figlia Paola, ricorda con affetto il padre Guglielmo, preparatore di noti cachets antinfluenzali e digestivi.

Gioiello artistico in pieno centro antico, di fronte alla Ripa Maris e accanto a Palazzo san Giorgio, vi si accede attraverso un bel portale dal ricco fastigio scolpito.

Gli arredi sono di quel gusto tardo rinascimentale degli anni venti del Novecento con intagli vivaci a effetto chiaroscuro, lesene con mascheroni, stemmi, festoni, motivi vegetali che rivestono – a boiserie – l’intero ambiente, dal pavimento in marmo bianco e nero al soffitto a vela.

L’atmosfera è magica grazie anche ai preziosi oggetti esposti: ampolle in vetro, pilloliere in metallo, vasi in ceramica, mortai in bronzo e la celebre bottiglia per fare il seltz. Le farmacie operaie, a partire da fine Ottocento, furono importante strumento di cooperazione sociale assai diffuso nelle città dal forte sviluppo industriale.

Sormani custodisce una foto d’epoca della farmacia che ne testimonia lo spirito: “ai lavoratori tutte le facilitazioni ” è il messaggio sereno e l’invito concreto a entrare nella bottega.