I presepi dei Cappuccini, rappresentazione popolare della vita dei Genovesi
L’arte dei presepi, la magia del Natale e l’atmosfera della tradizione sono gli ingredienti della nuova mostra organizzata dal Museo dei Cappuccini di Genova. Un appuntamento consolidato che per la quindicesima edizione offre al pubblico un appuntamento imperdibile che quest’anno si inserisce nel prestigioso progetto Genova per Rubens. A Network.
La mostra, curata da Daphne Ferrero e Luca Piccardo, visitabile dal 25 novembre 2022 al 2 febbraio 2023, presenta la storia del presepe Genovese, da quello “aristocratico” della rinomata scuola di Anton Maria Maragliano, fino alle forme più popolari rappresentate dai “macachi” di Albisola (SV) o alle statuine in carta incollata tipiche dell’entroterra ligure.
Un viaggio nel tempo grazie ai presepi che offrono anche una visione sui costumi e tradizioni dei tempi passati, come l’epoca barocca. È il caso del presepe settecentesco realizzato con le statuine della scuola di Anton Maria Maragliano. Le figure da presepe, abilmente scolpite, venivano affidate ad un sarto che provvedeva a vestire il manichino con abiti adeguati al personaggio. Mentre le vesti della Vergine e di San Giuseppe ripetono con poche varianti i modelli tradizionali, le vestiture dei pastori e dei popolani rispecchiano più realisticamente le varietà dell’abbigliamento delle classi meno abbienti. Gli abiti più antichi, accuratamente realizzati da sarti e ricamatori con notevole varietà di fogge e di tessuti e rifiniti da minuscoli nastri, galloni e bottoncini, rivelano un’attenta osservazione della realtà quotidiana.
Ricorrenti erano invece le tipologie dei volti dei personaggi che si ripetevano da un presepe all’altro con lievi varianti. La contadinella sorridente, la vecchia contadina dalla forte mascella sporgente, il pastore barbuto con il cappello nero a tesa larga, il giovane pastorello dal volto glabro incorniciato da una berretta foderata di pelliccia, il mendicante con la gamba di legno e la stampella vestito di Jeans.
Ad impreziosire l’allestimento, una coinvolgente galleria d’arte dedicata alla Sacra Famiglia fa conoscere l’“inventore del presepe” san Francesco d’Assisi dipinto dal cappuccino Bernardo Strozzi; l’interessante uso del colore e della luce di Giovanni Battista Casoni, allievo di Domenico Fiasella nella sua “Adorazione dei pastori”; i mestieri di Giuseppe e Maria dipinti dalla scuola del Gerard David.
Le sorprese non finiscono qua, il museo ospita uno dei più antichi presepi meccanici d'Italia. Il presepe è stato realizzato da Franco Curti, artigiano di Carmagnola, all’inizio del Novecento in circa 12.000 ore di lavoro. Si sviluppa in 40 m2 con oltre 150 personaggi in movimento ed è composto dalla ricostruzione di Betania, Gerusalemme e Betlemme al tempo di Gesù. Cadute d’acqua, vedute panoramiche orientali, cambi di luce e un sottofondo musicale completano il quadro suggestivo della Natività.
Sono conservati ancora oggi tutti i suoi meccanismi originali realizzati a mano dal suo costruttore e azionati dalle cinghie di cuoio delle vecchie macchine da cucire a pedale.
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