EnviroNmental Migrants, The Last Illusion - Alessandro Grassani
EnviroNmental Migrants, The Last Illusion - Alessandro Grassani
Dal
16-07-2022
al
15-09-2022
Secondo le proiezioni della Banca Mondiale, si stima che entro il 2050 ci saranno 143 milioni di migranti ambientali “interni”, ovvero persone che dalle zone rurali emigreranno nelle città.
Entro il 2050, 1 persona su 45 sarà un migrante ambientale per un totale di 200 milioni di persone (fonte OIM).
Dal 2008, per la prima volta nella storia, le persone che vivono nelle città hanno superato quelle che vivono nelle zone rurali e, secondo le Nazioni Unite, nel 2050, il 68% della popolazione globale vivrà in un contesto urbano. A causa di un inarrestabile processo di urbanizzazione causato dai cambiamenti climatici, le città continueranno a crescere.
Mongolia, Bangladesh, Kenya e Haiti sono alcuni dei Paesi più colpiti dalla migrazione ambientale rurale-urbana, e ci aiutano a visualizzare le varie forme che assume il cambiamento climatico a livello globale: dall’estremo freddo della Mongolia, al processo di desertificazione in Kenya, passando per inondazioni, cicloni e innalzamento del livello del mare in Bangladesh e Haiti.
Le vittime sono sempre pastori, agricoltori, pescatori, costretti ad abbandonare i loro stili di vita ancestrali e migrare in un contesto urbano.
Ho applicato lo stesso modello narrativo in ciascuno di questi Paesi. Ho confrontato le storie di persone alle prese con le avversità ambientali nelle campagne con le tremende condizioni di vita dei migranti ambientali stipati nelle baraccopoli in continua crescita delle città.
Il titolo del progetto “l’ultima illusione” si riferisce alla speranza dei migranti ambientali di trovare una vita migliore nelle città; tuttavia, una volta arrivati nelle baraccopoli - a causa della mancanza di risorse, competenze e di opportunità - il loro sogno di un futuro migliore si trasforma solo nella loro ultima illusione.
Durante la manifestazione di Arte e Ambiente BIOFILIA verranno esposte 20 opere stampate su pannelli 40x60 cm montati su griglie nel Cortile di Palazzo Tursi
Biografia
Alessandro Grassani è uno storyteller che utilizza la fotografia e il video come principali forme espressive. Inizia a lavorare nel settore pubblicitario e, nel corso degli anni, il suo lavoro lo ha portato in più di quaranta Paesi nel mondo per raccontare storie su temi ambientali e sociali.
Alessandro Grassani è uno storyteller che utilizza la fotografia e il video come principali forme espressive. Inizia a lavorare nel settore pubblicitario e, nel corso degli anni, il suo lavoro lo ha portato in più di quaranta Paesi nel mondo per raccontare storie su temi ambientali e sociali.
Lavora abitualmente con The New York Times, CNN e organizzazioni come le Nazioni Unite, Doctors of the World, UNOPS e USAID.
Ha ricevuto diversi riconoscimenti internazionali, tra cui:
Sony World Photography Awards (2012 e 2019), Days Japan International Awards, Luis Valtuena Humanitarian Photography Award, Premio Marco Luchetta, Premio Amilcare Ponchielli, Memorial Mario Giacomelli;
i suoi lavori sono stati presentati, proiettati e esposti in musei, festival e gallerie come Les Rencontres d’Arles, Visa Pour l’Image Perpignan, Palazzo delle Nazioni Unite, Royal Geographic Society di Londra, International Center for Climate Governance e il Palais de la Porte Dorèe a Parigi.
Alessandro è un Sony Global Imaging Ambassador, docente di fotografia all’Accademia John Kaverdash di Milano, un relatore al TEDx Berlin, e costantemente impegnato in varie attività divulgative ed educative.
"Profughi, rifugiati o migranti ambientali. Non hanno un vero nome e per il diritto internazionale nemmeno uno status. Sembrano invisibili eppure - nel 2050 - saranno 200 milioni. Inseguendo la speranza di un futuro migliore nelle città, questi pescatori, contadini e agricoltori - costretti ad abbandonare le zone rurali a causa del cambiamento climatico - si trovano spesso davanti alla loro ‘ultima illusione’: quella di una vita migliore in città.
Li ho incontrati e ho dato loro voce In bangladesh, Mongolia, Kenya e Haiti."
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