Confraternite genovesi: una tradizione di storia, arte e devozione
Un ricco patrimonio di arte sacra popolare delle Confraternite genovesi è visitabile al pubblico in un percorso inedito in cinque luoghi da scoprire, a partire dalle celebrazioni di San Giovanni Battista, patrono di Genova.
“Una tradizione di storia, arte e devozione” è l’iniziativa, organizzata dall’assessorato alle Tradizioni del Comune di Genova, dall’Arcidiocesi di Genova e dal priorato generale delle Confraternite dell’Arcidiocesi di Genova, vede coinvolti la Cattedrale di San Lorenzo, Palazzo Tursi, il Museo Diocesano, gli oratori di san Filippo in via Lomellini, di San Giacomo alla Marina e di Sant’Antonio Abate (vico sotto le Murette) con visite, esposizioni, mostre e aperture straordinarie a partire da venerdì 21 giugno.
Il programma
Dal 21 giugno, fino al 7 luglio, Palazzo Tursi ospita “Anime e volti delle confraternite”, mostra fotografica dedicata alle confraternite genovesi attraverso gli scatti del fotografo Fabio Bussalino che ha immortalato alcuni dei momenti più significativi delle processioni, dal sollevamento al lento trasporto dei cristi e delle casse processionali, dalle mani ai volti dei “confratelli”. Nelle nicchie a lato dello scalone monumentale sono invece posizionate due fotografie panoramiche degli interni degli oratori di San Martino di Pegli e di Nostra Signora Assunta di Coronata. Al termine del percorso spazio anche alle foto vincitrici del contest delle confraternite, lanciato dal Comune di Genova per coinvolgere la cittadinanza e che ha raccolto oltre 250 scatti.
Dal 21 fino al 30 giugno, nell’Oratorio di San Filippo (via Lomellini 10, immobile di proprietà comunale ospita la sede genovese della Confederazione dell'oratorio di San Filippo Neri) sono invece esposte tre casse processionali ancora utilizzate, esempio della tradizione scultorea lignea genovese: la cassa della Santissima Trinità della Confraternita di Sant’ Ambrogio di Voltri, recentemente restaurata e attribuita a Nicolò Tassara, la Madonna del Rosario della Confraternita del SS. Rosario di Marassi, realizzata da Agostino Storace intorno al 1760 e il Sant’Alberto Eremita della Confraternita di Sant’Alberto, a Struppa, uno degli ultimi capolavori di Anton Maria Maragliano.
È inoltre possibile partecipare alle aperture straordinarie per due oratori nel centro storico. L’oratorio di san Giacomo della Marina (via Mura delle grazie 14) apre le proprie porte per due fine settimana consecutivi (dalle 10 alle 12.30 e dalle ore 15 alle 18.30: venerdì 21, sabato 22 e domenica 23; venerdì 28, sabato 29 e domenica 30). L’oratorio custodisce i dipinti dei più importanti artisti genovesi del Seicento (tra i quali Valerio Castello e Giovanni Benedetto Castiglione detto il Grechetto) con il racconto della Vita di San Giacomo Maggiore. All’interno è conservata anche una delle più antiche casse processionali opera del marsigliese Honoré Pellé (1677) che raffigura Cristo risorto che appare a San Giacomo e a San Leonardo suo discepolo.
Il vicino oratorio di Sant’Antonio Abate (aperture straordinarie: sabato 22 e domenica 23, sabato 29 e domenica 30, dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 alle 18.30) è invece noto per Il Cristo Bianco di Anton Maria Maragliano (1710-1715) e per la cassa processionale di Pasquale Navone raffigurante San Giacomo Maggiore che sconfigge i mori.
Dal 24 giugno, solennità di san Giovanni, patrono della città, fino al 30 giugno, nella Cattedrale di San Lorenzo sono esposti per la prima volta alcuni dei crocifissi processionali delle confraternite. Straordinari esempi dell’arte scultorea lignea settecentesca genovese, i “cristi” vengono scolpiti dai principali artisti genovesi dell’epoca e sono tuttora una delle più importanti testimonianze del radicamento delle confraternite sul territorio. Crocifissi antichi usciti dalle mani di Anton Maria Maragliano, Pasquale Navone e le loro scuole, ma anche opere contemporanee che continuano a essere celebrate dalle nuove generazioni di confratelli. Al termine dei Vespri solenni, recitati dall’Arcivescovo di Genova mons. Marco Tasca, insieme al Capitolo dei Canonici, parte la solenne processione con la Cassa Argentea del XVI secolo e i Crocifissi. Le ceneri del Precursore giungono dal mare sullo spiazzo del Porto Antico, dove l’Arcivescovo esegue la benedizione, prima del rientro in cattedrale dove le sculture dialogano con il “Cristo Moro delle Fucine” del Bissoni, primo grande esempio di crocifisso ligneo genovese.
Inoltre, all’interno della Cattedrale, nel museo del Tesoro, è possibile visitare la cassa di san Giovanni Battista, realizzata fra il 1438 e il 1445 da argentieri attivi a Genova su disegno di Teramo Danieli. L’opera è posizionata accanto alla prima cassa processionale donata da Federico Barbarossa (XII secolo), e al piatto di Calcedonio (I e XV secolo), che secondo la tradizione accolse la testa di San Giovanni, dopo la decapitazione, portata da Salomè al banchetto di Erode.
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