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Genova tra palazzi e... fantasmi!

Genova del Mistero

Genova, città gotica, esoterica perfino. Genova città intitolata - già a partire dal suo nome - al dio latino Giano, divinità delle soglie, dei bivi e degli incroci. Altrettante sliding doors che, nel labirinto dei suoi vicoli, possono decidere di una svolta tra un destino e l'altro, tra luce del sole e ombre profonde. Accedendo a volte, anche in pieno giorno, a luoghi appartati, segnati da misteri e leggende che connotano il lato nascosto, non meno affascinante, di una città mediterranea disseminata da incroci, presieduti, a volte, da altrettanti fantasmi.

Giulio Cesare Vacchero in piazza Vacchero  (via del Campo)

Come forse il più illustre, quello di  Giulio Cesare Vacchero, protagonista di una congiura contro il governo genovese, appoggiata dal duca di Savoia Carlo Emanuele I. Tradito da uno dei suoi compagni di congiura, che rivelò il piano al doge di Genova, Vacchero fu condannato a morte e il suo palazzo fu raso al suolo. Una “colonna infame” fu eretta dove sorgeva il suo palazzo in memoria del suo complotto. In cima alla colonna, ancora visibile proprio in piazza Vacchero, dove si dice si aggiri il suo spettro senza pace, ma nascosta da una fontana fatta costruire dai suoi eredi, una targa ricorda il fatto.

Branca Doria in piazza San Matteo

Gli fa compagnia, nel circolo esclusivo dei fantasmi di nobile ascendenza cittadina, Branca Doria, il cui palazzo ancora oggi è alla sinistra della chiesa di San Matteo, nell'omonima piazza.  E dove viene avvistato, con le mani insanguinate, nelle notti d’inverno. Patrizio genovese vissuto a cavallo tra Duecento e Trecento, si guadagnò un posto, ancora in vita, nel XXXIII canto dell'Inferno della  Divina Commedia, in cui sono puniti i traditori degli ospiti.

Anna Schiaffino Giustiniani in via Garibaldi

Ma i fantasmi genovesi incrociano le vicende della storia nazionale anche in tempi più recenti, come nella triste storia di Anna Schiaffino Giustiniani, suicida all'età di 33 anni per pene d’amore e la cui anima vaga in via Garibaldi da quella notte quando, durante una serata di gala, si lanciò da una finestra di Palazzo Lercari. E ai piedi del quale, in ogni anniversario del suo insano gesto, sembra disegnarsi sul selciato la sagoma del suo corpo senza vita. Andata in sposa diciannovenne in un matrimonio di convenienza, ebbe la sventura di innamorarsi niente di meno che di Camillo Benso conte di Cavour, al quale la univano affinità politiche patriottiche. Che non furono tuttavia sufficienti, dopo una breve relazione clandestina, a stabilire con lui un’unione duratura. Ritiratasi dal mondo per la delusione, pose fine alla sua esistenza il 24 aprile 1841. 

La Dama Bianca di Palazzo Tursi

La via più elegante di Genova è frequentata anche dallo spettro di un’altra nobildonna, non meglio identificata ma  nota come la Dama Bianca di Palazzo Tursi, sede oggi dell’Amministrazione cittadina. Proprio tra i suoi splendidi giardini pensili, dopo aver vagato tra fontane e vialetti alla fine svanisce nel loggiato. La sua figura, secondo chi l'ha incontrata nei secoli, richiamerebbe quella delle dame ritratte dagli artisti come Van Dyck o Rubens che nei secoli d'oro hanno ritratto i nobili genovesi in tele che oggi si possono ammirare nei Musei di Strada Nuova (Musei di Strada Nuova - Genova).

Il palazzo fantasma nella Città Vecchia

Dal piano nobile dei Palazzi patrizi ai bassi affacciati sui vicoli, niente come questa architettura di facciate opulente e umili retrobottega nello stesso edificio sembra incarnare la natura duplice di una città di mare aristocratica e cortigiana a un tempo. E anche le cortigiane si ritagliano il loro spazio, accanto alle nobildonne, nell’altra metà del cielo degli spettri genovesi. Scendendo via Luccoli si giunge poco prima della Loggia di Banchi nell’antica Piazza Senarega. Proprio qui, dal palazzo dell'antica famiglia che dà il nome alla piazza, si dice si possa scorgere a mezzogiorno in punto, uscire da una finestra e alzarsi verso il cielo, il fantasma di una cortigiana con un fagotto in mano che non sarebbe altro che la sua testa mozzata da un amante troppo geloso. Ma a Genova la categoria dei fantasmi si estende imprevedibilmente anche a interi palazzi.  Si narra infatti di una prostituta che, dopo un incontro amoroso, sia scomparsa portando con sé anche il palazzo sede dell’incontro: un'antica dimora patrizia di cui si è persa traccia, svanita insieme alla ragazza. Ancora una storia dai risvolti piccanti è quella di un soldato tedesco durante l’occupazione nazista della Seconda guerra mondiale. Ignorando le raccomandazioni dei camerati, che gli consigliavano di non addentrarsi nel territorio poco controllabile dei caruggi, vi si avventurò in cerca di amori a pagamento cadendo in un’imboscata che gli fu fatale. E c’è chi giura di incontrarlo, ancora oggi, a zonzo nella Città vecchia in cerca di piaceri proibiti.

I prigionieri di Campo Pisano

Ma il luogo più popolato di fantasmi a Genova è probabilmente quella di Campo Pisano in una triste storia che risale al tempo dei conflitti tra le Repubbliche marinare e che ha la sua origine nella vittoria dei genovesi su Pisa nella battaglia della Meloria del 1284. In questa parte di centro storico secondo la tradizione vennero imprigionati i prigionieri pisani, molti dei quali morirono di stenti e di malattia, rimanendo lì sepolti. Leggenda narra che le anime dei prigionieri, nelle notti tempestose, si dirigano dal mare verso Campo Pisano con il clangore delle catene in sottofondo.

Solo alcuni degli aneddoti, storie sussurrate, leggende metropolitane inverificabili, che compongono l’immaginario di una Città dove tutto, o quasi, è diverso da quel che sembra.

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