Realizzato in collaborazione con la Federazione Italiana Escursionismo
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Punto di partenza: Via del Camoscio
Coordinate per GPS WGS84: N44.41776° E8.95544°
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QUOTA DI PARTENZA : mt. 26 slm
DISLIVELLO : +600 -50 mt
SVILUPPO: 5,5km solo andata
TEMPO DI PERCORRENZA : 2 ore solo andata
DIFFICOLTÀ’ : T/E
SEGNAVIA: rombo rosso
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NOTA AGGIUNTIVA: Nonostante la vicinanza della città e le quote modeste, si percorrono crinali aperti e panoramici, attraversando ambienti ancora abbastanza integri. Il percorso è particolarmente raccomandabile nella stagione invernale. Da Marassi alla “Cappelletta dei cacciatori” adatto a famiglie, dal tratto successivo il sentiero è adatto a camminatori bene allenati: occorre inoltre l’adeguato abbigliamento in funzione delle stagioni (freddo intenso, vegetazione invasiva ecc.).
Itinerario
Si scende lungo via Bertuccioni fino alla chiesa, dove si imbocca a sinistra via del Camoscio, una ripida stradina asfaltata (segnavia: rombo rosso vuoto). Sorpassato un cavalcavia si incontra un bivio e si va a sinistra in via dell’Aquila, che diventa creusa scalinata ed attraversa viale Bracelli. Si prosegue lungo via dell’Aquila, prima asfaltata poi di nuovo scalinata, attraversando una zona di condomini e parcheggi e salendo decisamente tra alberi e arbusti. Giunti ad un parco giochi si va a sinistra lungo una stradina che sbuca in via Fratelli Cervi. La si segue verso sinistra giungendo subito a un incrocio, dove si imbocca a destra un sentiero che sale ancora tra gli arbusti. Il sentiero confluisce poi in una stradetta asfaltata, che sale dolcemente lungo un panoramico costone tra orti, case isolate e stalle. A un bivio si va a destra su sterrata, che poi si abbandona per rimontare il costone erboso su un sentiero che guida al Forte di Quezzi (282 m).
Il forte, ormai completamente diroccato, sorge su una panoramica spalla della cresta tra la Val Bisagno e la valletta del Torrente Fereggiano. Venne ideato nel Settecento, ma completato solo nel 1850. Nella Seconda Guerra Mondiale fu trasformato in una batteria antiaerea, mentre oggi la costruzione è del tutto in rovina. (
https://www.visitgenoa.it/it/forte-quezzi)
Davanti al forte si incontra una stradina asfaltata, che si segue verso destra in lievissima salita nei pressi del crinale. Si devia poi a sinistra e, costeggiato un grosso serbatoio, si raggiunge la Torre di Quezzi (318 m), posta su un ampio dosso erboso.
La torre venne costruita tra il 1818 e il 1825 come postazione avanzata del Forte di Quezzi. È a pianta anulare, in mattoni, e quattro pilastri interni sorreggono le volte del ballatoio mediano e la cupola di copertura. All’inizio del novecento la torre venne utilizzata come ristorante, mentre adesso, a causa di decenni di abbandono, si trova in condizioni strutturali precarie.
Si prosegue lungo il panoramico costone lungo un buon sentiero, che scende fino alla vicina Colla Leamara (o Colla di Sant’Eusebio; 261 m).
Sulla selletta, importante crocevia di stradine e mulattiere, sorge la Cappelletta dei Cacciatori. Il toponimo, in dialettale Luamà, dovrebbe derivare dall’antica presenza del lupo.
Dalla Colla Leamara si può effettuare un’interessante variante: invece che seguire il sentiero segnalato che si tiene sul lato del Fereggiano, si può imboccare un sentierino che sale lungo il crinale, a tratti ripido, raggiungendo la panoramica cima del Monte Serra Lunga (441 m), dove si trova il basamento di una torre ottocentesca rimasta incompiuta. Scendendo lungo il breve crinale opposto ci si ricongiunge al sentiero segnalato. Trascurando la strada che attraversa la selletta si riprende la mulattiera segnalata, che taglia in diagonale il versante sud del Monte Serra Lunga con lievi pendenze. Entrati nel bosco, subito prima di un ponte in pietra sul Fosso Roccun, si abbandona la mulattiera per girare a sinistra lungo un ripido sentierino che si riporta in cresta, in corrispondenza della selletta tra il Monte Serralunga e il Monte dei Ratti (quota 423). Si sale a destra lungo il boscoso crinale, incontrando il sentiero proveniente da Serino e lasciando a destra una diramazione pianeggiante. Poco più in alto si abbandona anche il sentiero segnalato, che taglia a sinistra, per proseguire lungo la cresta. Il sentierino risale il crinale con ripidi tornanti, poi raggiunge lo spigolo ovest del Forte Ratti; costeggiando la base della muraglia meridionale si arriva in breve all’ingresso del forte (571 m).