Memoriale 14 Agosto 2018
Il Memoriale 14 Agosto 2018 e i Giardini dell’Argine del Polcevera rientrano nel progetto “Il Parco del Polcevera e il Cerchio Rosso”, sviluppato dal team guidato da Stefano Boeri Architetti per la riqualificazione dell’area intorno al Ponte Morandi, collassato il 14 agosto 2018.
I luoghi della memoria, immaginati in collaborazione con i parenti delle vittime del tragico crollo, sorgono in prossimità dell’ex Pila 9 del Ponte Morandi, punto particolarmente significativo per il ricordo del drammatico evento.
Il progetto del team guidato da Stefano Boeri Architetti
I Giardini dell’Argine del Polcevera sono stati concepiti e saranno realizzati come una sequenza di ambienti tematici in dialogo con le preesistenze circostanti, creeranno una continuità tra gli spazi interni ed esterni. Il Memoriale, inteso come luogo di lutto e speranza, ospita spazi sia privati che collettivi, tra cui la Casa delle Famiglie, e la Serra Bioclimatica, che conclude il percorso dei visitatori.
La prima parte del Memoriale (a nord) trova collocazione all’interno di un edificio industriale recuperato, mentre altre due parti si sviluppano attraverso una nuova architettura che prolunga la sagoma dell’edificio preesistente.
Il Memoriale ospita la Casa delle Famiglie, spazio privato e raccolto, accessibile tramite un ingresso riservato su via Campi. La parte centrale del Memoriale è invece occupata da uno spazio espositivo che ospita un percorso lineare lungo il quale si snodano materiali video e audio di documentazione, testimonianze, memorie e una parte delle macerie del Ponte Morandi. I contenuti e il progetto stesso dell’allestimento sono stati costruiti in maniera condivisa con il Comitato dei familiari delle vittime attraverso tavoli di lavoro nell’intero anno in corso (2024).
Il percorso del Memoriale propone al visitatore una narrazione attraverso cinque principali ambienti tematici: “Il Ponte Morandi e le infrastrutture della modernizzazione italiana”, dedicata alla vicenda di costruzione del Ponte Morandi; “I soccorsi”, dedicata alle ore drammatiche che hanno seguito il collasso del Ponte, alle sue vittime e ai soccorritori; “La reazione dei media e della cultura nel mondo”, che presenta una selezione delle reazioni nel mondo alla tragedia e le sue diverse interpretazioni giornalistiche, politiche e culturali; “Le comunità locali: il dramma, la ricostruzione e il processo di rigenerazione della valle e del quartiere”, che racconta della difficile sfida di una normalità da riconquistare; “L’inchiesta, il processo e le responsabilità”, che registra fedelmente l’evoluzione della vicenda giudiziaria. Lo spazio centrale del Memoriale ospita un’installazione multimediale e immersiva dedicata al momento della tragedia che invita il visitatore a vivere in prima persona il terrore e il caos di quegli istanti.
L’architettura della facciata ovest dell’edificio esistente, caratterizzata da arcate e vetrate, e rivestita con moduli ceramici leggermente prismatici, conferisce un’identità unica al Memoriale. L’edificio si conclude con una parete vetrata a tutta altezza che introduce alla Serra Bioclimatica. Quest’ultima accoglie una preziosa collezione di specie arboree e arbustive rendendo un omaggio silenzioso alle vittime, ma che nello stesso tempo suggerisce un momento di rinascita dopo la tragedia. La serra, integrata alla sagoma dell’edificio esistente e caratterizzata da un’architettura luminosa offre ai visitatori un’esperienza immersiva nella complessità del territorio ligure e nella storia e tradizione mercantile di Genova.
In chiusura, un luogo di ristoro e di incontro, fungerà da nodo di connessione.
I Giardini dell’Argine del Polcevera, ideati come un percorso espositivo di fiori e piante in rapporto di continuità tra esterno ed interno, includeranno ampie porzioni di natura, in una sequenza di spazi dai diversi accenti.
La corte d’ingresso ai Giardini, da nord, sarà uno spazio luminoso e protetto dai muri esistenti; definirà una piazza che accompagna il visitatore dalla strada all’interno dei Giardini e del Memoriale. Scale e rampe, che saranno integrate con vegetazione rampicante, delineeranno la corte, creando uno spazio ritmato e articolato, arricchito dalla presenza di alberi di gelso.
La parte centrale del parco accoglierà il Giardino degli Eduli, stanze verdi intime e raccolte tra alte siepi, con alberi da fiore, da frutto ed essenze profumate; e il Giardino delle felci, con felci autoctone come simbolo della biodiversità tipica dell’intera valle, e che sfuma la separazione tra interno ed esterno della Serra Bioclimatica, offrendo un’esperienza visiva unica.
La parte finale, dopo la Serra, si svilupperà come una progressione di spazi naturali e minerali, che includerà la Pergola dei profumi.
- Percorso di visita e allestimento
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Percorso di visita e allestimento
Il Memoriale 14 agosto 2018 si trova presso l’ex pila 9 del Ponte Morandi, che crollando ha interrotto la vita di 43 persone. Si tratta di un luogo di memoria per una tragedia contemporanea che ha prodotto una gigantesca mole di materiale documentale (fotografico, audiovisivo).
L’allestimento curato da ETT S.p.A., industria digitale e creativa internazionale parte del Gruppo Deda, ha ordinato, scelto e utilizzato tale materiale con lo scopo di fornire ai visitatori suggestioni, informazioni e spunti, in modo da stimolare un profondo interesse per l’approfondimento personale e per il contributo alla cittadinanza attiva.
ETT ha realizzato l’immagine grafica coordinata del progetto e il montaggio dei video appositamente realizzati per le proiezioni a parete e per il ring circolare; si è occupata, inoltre, dell’intero progetto hardware e software. ETT ha curato, infine, il coordinamento di tutte le realtà coinvolte nell’allestimento e nella produzione dei contenuti multimediali.
Attualmente l’intero contenuto è in lingua italiana, alla quale presto si aggiungerà quella inglese, mentre il progetto definitivo prevede che il percorso sia fruibile in tutte e sei le lingue delle vittime del crollo (Italiano, Inglese, Spagnolo, Francese, Rumeno, Albanese).
Lo stile dell’allestimento è lineare e contemporaneo; i contenuti multimediali “vestono” pochi grandi elementi architettonici (arcate, cilindro, pareti, …), mentre le cortine in trasparenza individuano le diverse aree di approfondimento, senza impedire la vista sull’intera sala e verso la serra. Nei touchscreen sono presentati contenuti informativi e di libero approfondimento.
L’impressione generale che lascia l’esperienza di visita è una sproporzione sia emozionale che fisica con il tema del Memoriale.
- Gli archi del Memoriale
La parete ovest del Memoriale è scandita da otto arcate alte 6 metri che ospitano contenuti di vario genere. La prima è occupata da una grafica che introduce alla visita con una breve frase sul significato del luogo di memoria, mentre la seconda, la quinta e la sesta sono occupate interamente da due grandi proiezioni video che si ripetono in loop e il cui audio si può ascoltare tramite audioguide sincronizzate ad infrarossi.
La terza e la quarta arcata riportano i dati numerici riguardanti rispettivamente le vittime, i feriti e gli sfollati in conseguenza del crollo e quelli sui soccorsi, sulle ore passate dal crollo prima del recupero delle ultime vittime e sull’eco mediatica che l’evento ha prodotto in tutto il mondo.
I dati - presentati in forma scarna e attraverso una grafica lineare - che, come tutta l’immagine coordinata del progetto, è stata realizzata da ETT - si commentano da sé e completano silenziosamente le impressionanti video proiezioni delle arcate 2 e 5, dal titolo Il ponte e I Soccorsi.
Un video sulla Valpolcevera è protagonista dell’arcata numero 6, mentre le grafiche della settimana e dell’ottava arcata sono dedicate ai numeri del processo fino alla sua fase istruttoria.
- Il ponte - Videoproiezione
Una grande proiezione sulla parete chiusa nel secondo degli otto archi della parete ovest racconta emozionalmente, con immagini storiche e disegni tecnici, la storia del ponte Morandi. Nell’Italia del boom economico, quando il traffico su ruote e la costruzione di nuove tratte stradali e autostradali registrarono un’impennata senza precedenti, s’impose l’esigenza di un collegamento che coprisse una tratta particolarmente ampia sopra la Val Polcevera, crocevia tra Ponente e Levante della città e della Riviera Ligure, passaggio obbligato verso la Francia e connessione della costa con la Pianura Padana.
Il vincitore del concorso per il progetto del ponte fu l’ingegnere Riccardo Morandi per Condotte d'Acqua e il ponte fu costruito tra il 1963 e il 1967. La sua voce fuori campo e le immagini tecniche, animate per rendere più comprensibili al pubblico le componenti costruttive (gli stralli, la campata), dispiegano la narrazione dei contenuti di progetto, particolarmente complesso perché il ponte non deve interferire con le case sottostanti, con la ferrovia e con le industrie del fondovalle. La musica del Maestro Anzovino accompagna magistralmente le immagini.
L’allora presidente della Repubblica Giuseppe Saragat inaugurò il viadotto sul Polcevera il 4 settembre 1967. Il ponte crolla il 14 agosto 2018, 51 anni dopo.
- Il crollo - Cilindro immersivo
Il grande ring centrale, dal diametro di 9,5 metri e alto 5, porta i visitatori in un ambiente oscuro e silenzioso. Bagliori ovattati compaiono sulla superficie della parete curva, creando una sorta di disorientamento spaziale. Dove siamo? Il suono della pioggia accompagna improvvisi lampi di vita, fatta dei gesti ripetuti chissà quante volte dagli operai dell’AMIU sotto il ponte, mentre sopra scorrono i riflessi dei fanali sui vetri dell’auto, i tergicristalli in azione e il percorso autostradale fino a imboccare il ponte.
D’improvviso, il sotto e il sopra non ci sono più: è il momento del crollo. Nel silenzio, un assordante rimbombo e poi solo il rumore della pioggia. Non ci sono parole. La musica del Maestro Remo Anzovino accompagna l’accensione di 43 luci.
- I Soccorsi - Videoproiezione
La quinta arcata ospita la seconda grande video proiezione. Il viadotto è crollato. La tragedia è appena avvenuta e la notizia inizia a diffondersi, attraverso le testimonianze di chi chiama il pronto intervento, chi presta come può i primi soccorsi ai feriti, fino alle prime comunicazioni della stampa. Man mano che la narrazione del video procede, accompagnata dalle note del Maestro Anzovino, un filo sottile ci riporta all’ansia dei parenti che cercano di contattare i propri congiunti che diventa disperazione quando ci si rende conto che il numero dei corpi senza vita estratti dalle macerie aumenta di ora in ora. Il viso dei soccorritori non riesce a nascondere espressioni di sgomento, ma nessuno si dà pace sino a quando i corpi delle ultime quattro vittime vengono estratti dalle macerie.
È il 18 agosto 2018 e, nello stesso momento, si stanno celebrando i funerali di Stato.
- I Media (5 touchscreen)
Cinque postazioni costituite da touchscreen e 1 espositore con le prime pagine dei giornali portano i visitatori del Memoriale nel mondo dei media e nel riverbero che la notizia del crollo e delle successive vicende processuali hanno avuto non solo in Italia, ma nel mondo intero. Le postazioni permettono di approfondire, muovendosi all’interno degli argomenti in modo intuitivo e veloce, scorrendo con le dita le sezioni, temi quali l’impatto mediatico, la diffusione delle notizie, polemiche e fake news, la cronaca negli anni, la nuvola delle parole più usate, l’evoluzione del racconto nel tempo. I contenuti sono stati realizzati da Will Media ed ETT si è occupata dello sviluppo software che li mette a disposizione dell’utente.
- La Valpolcevera - Videoproiezione
Due elementi separatori riportano le immagini del ponte crollato: passando idealmente tra i due tronconi, si accede alla porzione di sala corrispondente alla sesta arcata, dedicata al territorio e alle sue comunità.
Si tratta di un video in 4 quadri, della durata di 4 minuti in totale: una suggestione di voci e immagini che va dalla vita della comunità locale sotto il ponte alla resilienza dopo il crollo, fino ai progetti per il futuro, alla riqualificazione dell’area e alla costruzione del Memoriale.
Le musiche del Maestro Anzovino sono parte integrante del racconto, con un tema che si plasma e si trasforma, accompagnando ogni elemento visivo e abbracciando il senso profondo della narrazione.
- Il territorio - installazione touch
Nell’area dedicata alle comunità del Polcevera è stato posizionato un grande tavolo che contiene quattro postazioni touchscreen orizzontali (24”, in formato 16:9). Le quattro postazioni touch, che portano il titolo di Spazi, infrastrutture, comunità, replicano gli stessi contenuti - in modo da moltiplicare le possibilità di consultazione simultanea anche per gruppi di persone.
Il visitatore può scegliere tra quattro mappe che hanno come soggetto la Val Polcevera in diversi anni (anni ’50, anni ’90, 2018, 2024) e, grazie all’interfaccia grafica molto intuitiva, può avere l’opportunità di esplorare liberamente una rappresentazione visiva dei quattro diversi periodi, osservando i significativi cambiamenti che interessano l’area, in particolare a seguito del crollo del ponte.
Ogni punto d’interesse sulla mappa apre una serie di approfondimenti (testi, immagini, video storici) che l’utente può scegliere e scorrere a sua scelta, senza un ordine predefinito.
- Le macerie
Un grande monitor verticale, che intenzionalmente trasmette il carattere provvisorio dell’exhibit, si trova sulla platea che in futuro ospiterà le macerie del ponte, non ancora disponibili per motivi processuali, che saranno integrate in un secondo momento nell’allestimento.
Il filmato, che si ripete in loop e il cui audio si può ascoltare tramite audioguide sincronizzate a infrarossi, fa entrare il visitatore, in modo lento e riflessivo e accompagnato dalle musiche del Maestro Anzovino, nel deposito attuale delle macerie, dal punto di vista dello sguardo di un uomo. È percepibile la loro enorme mole e la loro presenza schiacciante, immensa, fuori scala.
- Il processo (6 touchscreen)
Così come per la sezione dedicata ai Media, anche per i documenti che si riferiscono al processo in corso si è scelto di utilizzare la soluzione dei touchscreen, permettendo alle persone di approfondire con calma e a propria scelta le sezioni sulle indagini dopo il crollo, sull’accusa, sulla ricostruzione dei motivi tecnici che hanno portato al crollo del ponte e su come funziona un processo di questo tipo.
Anche in questo caso, i contenuti sono stati realizzati da Will Media ed ETT si è occupata dello sviluppo software che permette al pubblico di fruirli.
- La memoria
- La parete dei nomi
Una parete nera, retroilluminata per favorire la lettura dei testi, riporta l’elenco delle 43 vittime del crollo del ponte, come punto di memoria e testimonianza della tragedia avvenuta il 14 agosto 2018, alle ore 11.36. La vita continua, ma il ricordo e la memoria non moriranno mai.
- Le vittime
Un monitor touch è a disposizione dei visitatori per conoscere la storia di ogni vittima, raccogliendo la testimonianza di amore che amici e parenti hanno voluto concedere espressamente per questo exhibit.
L’elenco dei nomi fa accedere a testi, foto e ricordi delle persone che hanno perso la vita nel crollo, in un prezioso e silenzioso omaggio.
- Il feedback dei visitatori
Davanti alla serra, è predisposto un touchscreen a disposizione dei visitatori, dove si può lasciare il proprio commento e leggere quelli dei visitatori precedenti.
Nei primi giorni di apertura lo schermo ospiterà le parole delle persone che hanno lavorato al Memoriale.
- La parete dei nomi
- Minuto di silenzio
Ogni giorno alle 11.36 tutti gli apparati multimediali sospendono per un breve tempo le trasmissioni e presentano una schermata unica con i filmati originali del crollo.
Questa installazione è un dono di ETT al Comitato dei parenti delle vittime e al Comune di Genova. -
Sala conferenze
Un mapping della superficie architettonica contiene il programma delle videoproiezioni quotidiane di brevi documentari, mentre un’altra videoproiezione, agli orari schedulati, trasmette i contenuti: è stato scelto questo allestimento per la sala conferenze, separata dalla sala degli exhibit e utilizzabile anche occasionalmente come sala eventi.
Il Memoriale in numeri
Spazi e tecnologie
- 22 postazioni multimediali
- 1 esperienza immersiva a 360°
- 18 monitor
- 9 proiettori laser Panasonic
Attività
- Oltre 600 giornate lavorative, tra progettazione, produzione e allestimento
- Oltre 30 professionisti ETT coinvolti tra curatori, copywriter, art director e grafici, registi e montatori video, operatori drone e camera, progettisti, modellatori 3D, allestitori, sviluppatori software, esperti di comunicazione
- Gli archi del Memoriale
- Il maestro Remo Anzovino
- «Quando ho ricevuto dal Comune di Genova l’incarico di comporre la musica per il Memoriale ho cercato di conoscere il più da vicino possibile i sentimenti che animavano il progetto. Più mi addentravo, più sentivo che, come cittadino, prima che come musicista, questo luogo e questa storia mi parlavano e mi appartenevano.
Con l’arch. Stefano Boeri abbiamo da subito condiviso l’idea che anzitutto il silenzio dovesse caratterizzare il Museo della Memoria. E che la musica lo interrompesse solo nel Cilindro e nella Serra Bioclimatica, con funzione immersiva/sensoriale. È nata così la composizione per questi due Ambienti, il cui I movimento udiamo nel Cilindro, i movimenti dal II al V nella Serra.
I primi tre movimenti rappresentano il montaggio alternato di tre diverse scene, tre diverse “inquadrature emotive” del medesimo istante, pochi minuti dopo il crollo: la devastante scena del ponte spezzato e delle sue macerie (I. Apocalisse); il viaggio verso le costellazioni delle 43 anime che eternamente brillano nel firmamento (II. 43 Stelle); lo straziante viaggio dei Parenti verso Genova alla ricerca delle persone a loro care (III. Lacrime sopra la pioggia). Il IV movimento (Il Grande Vuoto) è ambientato qualche giorno dopo e descrive l’implosione interiore, a riflettori spenti, di chi ha perso tutto. Il V movimento (Atomo di Luce) è, a distanza di sei anni, nell’oggi che sarà domani. È il canto di ognuna di quelle 43 Stelle per chi è riuscito a trovare la forza, nonostante tutto, di sopravvivere al dolore.
Con l’arch. Boeri ho da subito condiviso anche la scelta dell’organico: pianoforte, elettronica, archi, fiati e percussioni. Il Memoriale sorge, infatti, in uno scenario post-industriale e chiunque, proveniente da ovunque, poteva essere su quel luogo di transito. I suoni dovevano, per questo, essere organizzati in modo moderno (attorno al Memoriale vediamo la ferrovia, le fabbriche) e formale allo stesso tempo (il rispetto per la dolorosa e ingiusta Storia che si fa Memoria).
Dovevo, poi, comporre le musiche per le Arcate, a commento dei contenuti audio-visivi sviluppati sui grandi schermi e fruibili con cuffia: Il Ponte (relativo alla sua storia), Materia Memoria (relativo alle macerie), Soccorsi (relativo a chi intervenne nella immediatezza), Polcevera (relativo alla Comunità che ha convissuto per decenni con il Morandi). Ho lavorato per armonizzare la diversa grammatica, sintassi e semantica degli Ambienti (musica assoluta) e Arcate (musica applicata) e rendere coerenti tra loro i due ideali blocchi musicali.
Porterò per sempre nel cuore questa esperienza di composizione e ringrazio per la fiducia il Comune di Genova, per la fondamentale guida l’arch. Stefano Boeri e il suo team, per la comunione spirituale il Comitato Parenti Vittime Ponte Morandi, per il supporto tecnico e gli spunti ETT e Federico Basso. Ringrazio, infine, l’Orchestra della Accademia Naonis, che ha eseguito con grande trasporto la mia musica, e il suo direttore musicale M° Valter Sivilotti, che ha lasciato a me l’onore e l’onere di dirigerla in studio di registrazione».
Remo Anzovino
Compositore - La colonna sonora originale "Memoriale 14.8.2018"
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MEMORIALE 14.8.2018
Colonna sonora originale
Commissione del Comune di GenovaMusica di REMO ANZOVINO
eseguita dall’Orchestra dell'Accademia NaonisOrganico:
Pianoforte
Elettronica
Sestetto d'archi (2 violini, 2 viole, 1 violoncello, 1 contrabbasso)
Quintetto di fiati (flauto, oboe con obbligo del corno inglese, clarinetto, corno francese, fagotto)
Percussioni (timpani, gran cassa, tamburo militare, piatto sospeso, piatti, vibrafono, glockenspiel, campane tubolari, tam tam)AMBIENTI
1. Apocalisse 02’ 35”
2. 43 Stelle 12’ 11”
3. Lacrime sopra la Pioggia 05’ 12”
4. Il Grande Vuoto 05’ 13”
5. Atomo di Luce 05’ 12”ARCATE
6. Il Ponte 03’ 15”
7. Soccorsi 05’ 01”
8. Materia Memoria 08’ 11”
9 Polcevera 03’ 42”Durata complessiva: 50' 34"
Musica composta e orchestrata da Remo Anzovino
eseguita dall’Orchestra della Accademia Naonis diretta da Remo AnzovinoMusicisti:
Remo Anzovino pianoforte, sintetizzatori, electronics, programmazione
Lucia Clonfero violino primo
Mattia Tonon violino secondo
Margherita Cossio viola prima
Lucia Zazzaro viola seconda
Chiara Trentin violoncello
Alessandro Turchet contrabbasso
Daniela Brussolo flauto
Enrico Cossio oboe e corno inglese
Nicola Bulfone clarinetto in Sib e in La
Andrea Liani corno
Paolo Calligaris fagotto
Gianni Casagrande percussioni (timpani, grancassa, campane tubolari, tam tam, tamburo militare, piatto sospeso, piatti, vibrafono, glockenspiel)Pre-produzione, programmazione e registrazioni electronics dal 10 agosto al 23 settembre 2024 presso Score Studio (Roma - Pordenone) di Remo Anzovino. Assistente Francesco Blasig.
Registrazione orchestra dal 3 al 6 settembre 2024 presso East Land Recording Studio (Cormons) di Francesco Blasig.
Mixato e Masterizzato da Francesco Blasig presso East Land Recording Studio
Prodotto da Remo Anzovino
PROGRAMMA DELLA COMPOSIZIONE “AMBIENTI”
Apocalisse (Mov. I, nel Cilindro)
Quando nel cilindro si spengono le immagini e i rumori che immergono in entrata i visitatori, al buio parte la musica: sono le macerie da cui si leva il canto dolente della nostra incredulità e del nostro pianto per l'orrore della scena. Un violoncello, cui si aggiunge una viola, poi un violino. L’ingresso dell'orchestra coincide con l’accendersi, uno ad uno, di fasci di luce fino a diventare 43 in corrispondenza dell'accordo conclusivo: sono loro che ci guardano da lassù, e noi quaggiù ci stiamo ancora chiedendo perché.
43 Stelle (Mov. II, musica 1 nella Serra)
Entrando nella Serra Bioclimatica percepiamo una sensazione di pace e di altrove. Un paesaggio elettronico-ambientale minimale aderisce al nuovo spazio, non lo soverchia, ci invita ad esplorarlo. Sono suoni interstellari, che suggeriscono un fenomeno di transizione: li abbiamo visti i loro corpi giacere tra le lamiere, sotto il cemento, ma la musica - come in un cambio di inquadratura - ci svela che le loro anime si sono staccate dai corpi e si sono iniziate a dirigere dal cielo verso le costellazioni. Un viaggio che è metamorfosi in 43 corpi celesti, che eternamente brilleranno nel firmamento.
Se è notte, basta alzare lo sguardo. Per vedere che sono lassù.
Se è luce, basta chiudere gli occhi. E sentirli dentro di noi.Lacrime sopra la Pioggia (Mov. III, musica 2 nella Serra)
Come un'ombra assassina, dentro un giorno d’estate, il Male inizia a montare dentro ognuno dei Parenti quando, come tutti noi, apprendono la notizia del crollo. Il pianoforte descrive il viaggio straziante - chi corto, chi lungo - che ognuno di loro ha dovuto fare verso Genova alla ricerca dei propri cari. Attorno al piano i fiati, gli archi, le percussioni, sono la funesta scenografia di una corsa sempre più disperata contro la realtà. La musica, sottile come la pioggia, cresce battuta dopo battuta, come l'impazzimento dell'ansia che culmina nell'accordo conclusivo, totalmente straziato. È esattamente quando qualcuno comunica ad ognuno di loro, la sola tragica, cruda realtà, contro cui si è corso solo perché non si poteva credere vera.
Il Grande Vuoto (Mov. IV, musica 3 nella Serra)
Sono passati i funerali, si sono spenti i riflettori. È l'implosione interiore.
Quando non puoi accettare quanto accaduto e dentro di te tutto si deforma, in una miscela di rabbia e senso incolmabile di vuoto. Il peso insopportabile di iniziare un calvario burocratico e giudiziario.
Il rumore e le dissonanze della musica descrivono la perdita di ogni bussola emotiva, la claustrofobica sensazione che deforma il mondo attorno come in un incubo, che fa sentire sfocato il rumore dei clacson che arrivano dalla strada, mentre non si riesce più a dormire. Poi da tutto questo, dall’ira di chi vorrebbe scagliare la propria maledizione verso chi ha permesso tutto questo - e non lo può fare - nasce il pianto, la melodia. Il tema dolente del violoncello, che avevamo udito nel cilindro, qui è ripreso, a tradurre il senso così umano del sentirsi completamente perduti.Atomo di Luce (Mov. V, musica 4 nella Serra)
“La memoria è come un atomo di luce che rischiara questa pagina nera della storia privata e collettiva, perché si possono spezzare le vite ma mai l'Amore che le ha accompagnate" (Vite Spezzate. Genova 14 agosto 2018, a cura di Benedetta Alciato, Canneto editore).
È una sola nota al pianoforte a riempire lo spazio, un la. La nota del diapason, un atomo di luce, il suono da cui un mondo nuovo, inaspettato, potrebbe prendere forma. Ad essa si aggiungono tre note discendenti, a formare la sequenza la - mi - re - do#. Sono gli elementi che hanno tenuto in vita le persone rimaste. Con essi, usati come un cantus firmus, la musica, per contrappunto, descrive una passeggiata solitaria di ognuno dei Parenti. Ognuno per sé, ognuno che dialoga col proprio caro. Per la prima volta, dopo sei anni, al dolore si coniuga un senso non spiacevole del respirare, del guardare il mondo attorno.
Il violino è la voce di una stella, di quella (per qualcuno), di quelle (per altri). Quel canto è da lassù per te, sta parlando proprio a te.
Poi, uno ad uno, attorno al pianoforte, tornano tutti i suoni della composizione, a rappresentare la fusione delle anime e di tutti i Parenti. Persone che nel Memoriale trovano idealmente il luogo dove si conclude quella passeggiata, ognuno di loro accomunati da una storia tanto triste quanto ingiusta.
Da un atomo di luce alla vastità e al mistero della esistenza, imparando, con immane fatica, a camminare da zero, un poco alla volta, come quando si è nati da poco.
Per percorrere i sentieri di una diversa, nuova vita. - Crediti
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Il Parco del Polcevera e il Cerchio Rosso
progetto del Raggruppamento Temporaneo di Professionisti: STEFANO BOERI ARCHITETTI (Capogruppo/Progetti urbani/Memoriale), METROGRAMMA MILANO (Progettazione Architettonica), INSIDE OUTSIDE | PETRA BLAISSE (Progetto del Paesaggio) e con: MIC | Mobility in Chain (Mobilità, traffico, infrastrutture), Studio Laura Gatti (Agronomo e Riqualificazione Ambientale), Transsolar Energietechnik (Comfort ambientale e Resilienza energetica), Antonio Secondo Accotto (Geologo).Consulenti: H&A Associati (Valutazioni economiche di trasformazioni urbane), Luca Vitone (Artista), Tempo Riuso (Processi partecipativi)
Memoriale 14 Agosto 2018
Progetto del Raggruppamento Temporaneo di Professionisti: STEFANO BOERI ARCHITETTI (Capogruppo, progetto urbanistico, progetto architettonico della Serra Bioclimatica e direzione artistica dell’allestimento del Memoriale) con METROGRAMMA MILANO (Progetto architettonico della Casa delle Famiglie e Memoriale), INSIDE OUTSIDE | PETRA BLAISSE (Progetto dei Giardini dell’Argine del Polcevera e direzione artistica dell'allestimento della Serra), e con Studio Laura Gatti (Agronomia e Riqualificazione Ambientale dei Giardini dell’Argine del Polcevera e direzione artistica dell'allestimento della Serra), Secondo Antonio Accotto (Geologo), MIC - Mobility in Chain (Mobilità, traffico, infrastrutture), Transsolar Energietechnik (Comfort ambientale e Resilienza energetica).
Consulenti progetto architettonico e paesaggistico: SCE Project (Progettazione delle strutture), United Consulting Engineering (Progettazione degli impianti, acustica, prevenzione incendi, Coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione), H&A Associati e Andrej Mikuz (Valutazioni economiche)
Memoriale 14 Agosto 2018 – Allestimento
Stefano Boeri Architetti (direzione artistica dell’allestimento del Memoriale), Gnosis progetti (Progetto esecutivo dell'allestimento), ETT (coordinamento progetto di allestimento e contenuti multimediali), Will Media (Direzione editoriale e creativa), Arch. Anna Decri (consulente d’archivio)
In collaborazione con il Comitato del Ponte Morandi.