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Storia di Genova

Storia di Genova

I primi insediamenti sul territorio genovese risalgono all’epoca pre-romana, circa nel IV-V secolo a.C.

Publio Cornelio Scipione sfruttò questo approdo come punto d’appoggio per affrontare l’invasione di Annibale nel 218 a.C., e la città fu distrutta dai Cartaginesi nel 205.

I liguri genuates intrattennero rapporti con le popolazioni greche, etrusche e puniche: testimonianza di questo periodo si trovano nel Museo Archeologico di Genova, che conserva preziosissimi reperti in ottimo stato.

Conquistata da Belisario che la rese una città bizantina, divenne capoluogo del Ducato di Liguria in epoca longobarda. Subì inoltre l’influenza dell’Impero Carolingio ma, con la sua dissoluzione, emersero alcune tra le più importanti famiglie genovesi, che si spartirono il potere: gli Spinola e gli Embriaci fra i primi.

Dalla metà dell’anno Mille Genova conquistò l’autonomia, le compagnie commerciali assunsero ruoli amministrativi, e la città si affermò come potenza mercantile: era giunta l’età d’oro dei comuni.

Genova esercitava incontrastata il suo dominio sulle coste liguri e su una buona parte del Mar Mediterraneo, insieme a Pisa, e conquistò le colonie in Medio Oriente negli anni delle Crociate.

Il Medioevo

Nel 1162 si acuirono i contrasti con Federico Barbarossa: in quello stesso anno la cinta di mura fu ampliata per far fronte alla minaccia, e ancora oggi porta il nome del sovrano nemico. La forza irriducibile con cui Genova difese la sua indipendenza e si oppose alle pressioni del Barbarossa le valse il soprannome de “La Superba”.

Fu sempre in questo periodo che nacque la figura del podestà: una carica imparziale e molto moderna nella sua concezione, scelta da territori “stranieri”, che aveva il compito di vigilare sulle corrette azioni di governo.

Dal XIV al XVI secolo fu il periodo dei Dogi, tra i quali va nominato il primo doge della Repubblica, Simone Boccanegra investito nel 1339.

Suo padre, Guglielmo Boccanegra, fece costruire quello che oggi è conosciuto come Palazzo San Giorgio tra il 1257 e il 1260, nel 1407 fu riconvertito a Casa delle Compere e dei Banchi di San Giorgio.

È antica di secoli la tradizione di Genova come città di mercanti e banchieri appartenenti alle grandi famiglie che hanno contribuito al fiorire artistico e architettonico delle sue strade: dai palazzi di via Balbi, nome della prestigiosa famiglia le cui origini risalgono al XV sec., o di Strada Nuova, le cui residenze storiche facevano parte dei “Rolli degli alloggiamenti pubblici di Genova” e oggi patrimonio UNESCO: erano gli edifici eccellenti inseriti nelle liste delle nobili famiglie che avevano l’onore di ospitare alte cariche politiche europee, onore attribuito tramite sorteggio. Successivamente, le stesse dimore ospiteranno i viaggiatori del Grand Tour.

Le famiglie Balbi, Lomellini, Durazzo, Spinola, Di Negro, Doria e moltissime altre si contendevano il prestigio cittadino attraverso la magnificenza dei loro edifici, molti dei quali con annesse piazzette, un tempo private, in una competizione che ha lasciato oggi a Genova meraviglie visitate da turisti di tutto il mondo.

Tra Cinque e Sei Cento

Politico di punta di quest’epoca, e di tutta la storia di Genova, fu l’ammiraglio Andrea Doria, nominato principe di Melfi da Carlo V nel 1531: nonostante non ebbe mai un incarico politico ufficiale all’interno della Repubblica, le sue eccellenti doti militari e il prestigio che portò a Genova gli valsero il rispetto e le acclamazioni dei concittadini e di molti uomini potenti suoi contemporanei. Uno dei monumenti più preziosi che Andrea Doria ha lasciato la città ed è ancora oggi visitabile è Villa del Principe, dimora nobiliare con un bellissimo giardino ancora oggi di proprietà della famiglia Doria, ma aperta al pubblico.

Nel ‘600 la città dovette fronteggiare le mire espansionistiche dei Savoia, e a partire dalla fine del secolo iniziò un lungo periodo di stretti rapporti politici e commerciali con la Francia, la quale costrinse infine alla cessione della Corsica.

Ottocento

Genova non fu risparmiata nemmeno dal dominio di Napoleone Bonaparte ma, con la nascita dello Stato Italiano nel 1861, riacquistò la sua egemonia in quanto forza commerciale, entrando ben presto nel celebre triangolo industriale insieme a Milano e Torino.

Il Novecento

Nel 1926 il progetto cosiddetto della “Grande Genova” incluse nella sua giurisdizione comuni che fino ad allora erano stati autonomi, come Nervi, Voltri, Pontedecimo e altri.

A causa della sua posizione centrale nella spinta economica del Paese, Genova fu una delle città maggiormente prese di mira durante la Seconda Guerra Mondiale: si stimano oltre 11.000 edifici distrutti o danneggiati dai bombardamenti, ma essa fu anche la protagonista della resistenza partigiana che contribuì a scacciare le truppe tedesche dal territorio.

Il capoluogo ligure non fu escluso dal boom economico degli anni ’60, né tanto meno delle turbolente lotte operaie, o dal fenomeno della terziarizzazione che sostituì gradualmente il settore industriale.

Il nuovo millennio

Dagli inizi degli anni 2000 la realtà del porto è stata nuovamente valorizzata, e nel 2004 Genova è stata nominata Capitale Europea della Cultura.